di Vanni Vignes
L’eco dei social è un po’ come quella in una caverna. Rimbomba da parete a parete, senza fermarsi. La cronaca sportiva – sempre più avvezza ai “cinguettii” ed alle “storie” dei social network – non poteva non essere “contagiata” dalle notizie non ufficiali che riguardano l’eventuale cessione della Salernitana. Diciamocela tutta: l’argomento è trito e ritrito abbastanza ed ha acceso da tempo nell’animo della tifoseria granata quel “muro contro muro” tra i difensori a oltranza del duo Lotito-Mezzaroma (protagonisti della rinascita del calcio a Salerno dopo il crack di Antonio Lombardi nell’estate del 2011 ma anche di una gestione, specie da 6 anni a questa parte, condita da poche luci e molte ombre), del “basta che stiamo in serie B e che pagano gli stipendi” e del “comunque non c’è nessuno che la compra la Salernitana” da un lato, e dei fautori della “rivoluzione societaria”, del passaggio di mano anche a costo di ricominciare da una categoria inferiore e del “ma che ne sanno Lotito e Mezzaroma della nostra storia” dall’altro. In queste ultime ore, alcune indiscrezioni di stampa stanno alimentando nuovamente la “guerra di trincea”, con quel logoramento tipico delle tastiere dei computer che impazzano nei commenti. Che ci sia qualcosa di vero nella possibile cessione della Salernitana lo vedremo solo in futuro (vicino o lontano che sia) e non certo basandoci sulle versioni ufficiali o i comunicati stampa (altrimenti faremmo un altro mestiere, quello dei porta veline o della Pravda in Urss). La cosa che però dovrebbe far riflettere sia i “guelfi” che i “ghibellini” è che in tutto questo bailamme di anticipazioni e smentite, di accuse e minacce di querele, la vera “vittima” è la passione del tifoso salernitano, ridotta ai minimi termini, nonostante i risultati più che lusinghieri ottenuti dalla squadra allenata da Castori nel corso del mese di ottobre. Una riflessione su cosa oggi è il calcio, su come viene considerato l’elemento passione e l’essere tifoso andrebbe fatta. E subito. Ed allora sarebbe anche utile provare a fermarsi tutti e a prestare attenzione all’eco. Si, nella caverna del calcio moderno.