Provateci pure a svegliarci. Non ci riuscirete, statene certi. Il sogno è di quelli da incorniciare alla parete di casa più in vista. Il sogno ha un nome e cognome: Frank Ribery. E già si sente a Salerno l’eco delle sue vittorie memorabili, dei suoi dribbling, della sua personalità e – scusate se è poco – della sua figura umana. In spiaggia, nelle strade e nei bar, un unico coro sale con forza: non ci possiamo credere. Eppure tutto è vero, o meglio, lo sarà tra poche ore quando la mano dell’asso francese toccherà il contratto che lo legherà alla Salernitana per la stagione di A appena iniziata.
Stiamo sognando. E’ vero. Ed è proprio questo il bello. A Salerno è arrivato un sogno fatto persona. Giusto per riaccendere la mai sopita passione del popolo granata, giustamente in ansia per le sorti della propria squadra del cuore alle prese con un torneo “impossibile” come quello della massima serie. Ma lasciamo stare le preoccupazioni ora. Viceversa lasciamo spazio all’immaginazione su come sarà la Salernitana con l’alieno in campo.
Ed allora mi aiuta l’estro di Eugenio Finardi e del suo “extraterrestre” a capire cosa sta davvero accadendo in questa città baciata dal sole e dal mare. E’ sbarcato l’alieno, ma ha tutta l’aria di uno di noi. Faccia pulita, di quelle impastate dal sudore e dalla professionalità che lo rendono – a 38 primavere suonate – un atleta integro, un campione immenso, un uomo dal passato difficile e dal presente dorato.
Ha scelto Salerno e la Salernitana. Ribery non è di quelli che vanno a svernare in Usa o in Australia. Ha scelto Salerno perchè nelle vene scorre sangue granata. Lui – Fr7 – ha scelto Salerno perchè ha fame e voglia, energia e cervello da mettere a disposizione della Castori band per inseguire il sogno “impossibile” della salvezza. Ha scelto Salerno perchè una piazza così piccola ma passionale non l’ha mai vissuta. Ha scelto Salerno perchè la sfida lo stimola a mille, lui che ha dato lezioni in campo a tutto e tutti.
E provate solo a immaginare il suo esordio in campo. E ancora – magari – ad una sua rete sotto la Sud. E spingiamoci oltre. Una salvezza conquistata magari all’ultimo minuto dell’ultima partita, anzi in pieno recupero. Con Fr7 che si rimbocca le maniche come Valentino Mazzola e va all’assalto dell’avversario. Eccolo, lo vedo… punta l’uomo, saltato. E poi ancora un altro, passaggio filtrante, pallone di ritorno e tiro all’incrocio dei pali. Sfera in fondo alla rete, lo stadio Arechi che sprofonda sotto le lacrime dei salernitani. Tutto vero? Tutto possibile. Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…