Sposando – per quanto attiene esclusivamente il bene della maglia – la linea della “distanza di sicurezza” da ogni notizia di mercato, evitando cioè di aggiornare i nostri lettori su presunte trattative, fantomatici arrivi e clamorose partenze, proprio per evitare di alimentare false speranze o illusorie ambizioni, ci troviamo costretti a prendere atto che ad ormai 20 giorni dall’inizio del campionato di B, la Salernitana continua ad essere a larghi tratti incompleta, non solo per quanto riguarda l’organico a disposizione del tecnico, ma anche e soprattutto in relazione all’assenza di un reale progetto sportivo che coinvolga la città.
E’ tangibile, è talmente evidente il crollo verticale di interesse verso questa società e tutto ciò che ruota attorno ad essa che solo un non vedente (quelli autentici, s’intende) potrebbero non osservare e notare con enorme rabbia. La “politica” dei silenzi e delle assenze da parte di questa società non fa altro che allontanare – giorno dopo giorno – la gente dalla maglia granata. Mai – a memoria d’uomo – un ritiro precampionato non era stato oggetto di trasferte da parte di tantissimi appassionati che raggiungevano i granata fino ai confini nazionali pur di vedere in anteprima che procedeva la costruzione della futura squadra.
Oggi invece il nulla. Evidentemente si tratta di un obiettivo voluto: creare disaffezione per poter continuare a gestire la squadra a modo proprio, senza alcun contatto o confronto con la piazza. Ad onor del vero, la Salernitana – semmai qualcuno lo avesse dimenticato – non è una fabbrica di pneumatici, ma un’officina che produce passione e sentimenti, che non hanno bisogno di categorie altolocate, competizioni europee o big-players per diventare fuoco. A quelli che la Salernitana l’hanno cucita addosso come una seconda pelle, basta vedere quelle maglie correre e sudare in campo, qualsiasi campo, a patto che in gioco ci sia la vittoria e la possibilità di sognare. Come del resto ogni sport impone, la possibilità di vincere. Vero?
