di Giuseppe Barbato (inviato a Torino)
Analizzare il match di ieri significa sgombrare il campo da sensazioni o auspici, legittimi da parte del tifoso e inutili se dobbiamo studiare la partita con un certo criterio. La Salernitana non ha giocato bene, non ha difeso bene. Non ha fatto una partita di difesa e contropiede, ripartenze, gioco reattivo. Chiamatelo come volete, comunque un atteggiamento accorto per poi sfruttare gli errori altrui. Atteggiamento legittimo nel calcio, anche di altissimo livello: basta vedere l’Aston Villa di Unai Emery. La Salernitana ieri non ha fatto questo. Ha solo delegato ai demeriti del Torino la possibilità di non perdere, rinunciando a ogni soluzione tattica che non fosse intasare l’area di rigore lasciando il resto del campo agli avversari. La scommessa di Inzaghi ha pagato però con molta fortuna e pochi meriti.
Il Torino ha sempre avuto la prima costruzione disponibile, non è stata mai portata una pressione. Neppure davanti alle possibilità di creargli grattacapi considerando le imprecisioni di Sazonov e l’infortunio di Ricardo Rodriguez che ha tolto un’opzione importante e quell’ampiezza che lo svizzero sa dare. Un palleggio che poi portava a un passaggio in diagonale oltre la prima linea, con Ricci sempre disponibile e spesso lasciato libero di ricevere. Oppure Linetty che si abbassava e ricuciva il gioco quando gli spazi venivano intasati. Pochissimi i momenti in cui Kastanos ha portato un pressing, peccato capitale perché i pochissimi recuperi palla a metà campo li ha effettuati lui. Superata la prima linea di pressione, con i difensori che ricostruivano, si creava la stessa cosa nella trequarti. Il Torino ha lavorato per svuotare il centro e permettere una ricezione efficace che aprisse l’area di rigore.
Qui emergono ancora di più i limiti di Inzaghi. Due i problemi capitali. Il primo è Maggiore, stazionario davanti a Boateng senza leggere le situazioni. Il secondo il lato destro del Toro: Vlasic si muoveva bene dentro il campo e Bellanova spingeva dando sempre l’opzione. Sul croato solo Basic è stato in grado di accorciare e negargli il tempo di gioco. Il Toro ha giocato tanto vicino all’area di rigore, alla ricerca dell’ultimo spazio da giocare prima del tiro. Spazio negato in due modi: il primo è Boateng che ha chiamato i movimenti, le scalate difensive ed è apparso eccezionale ma in realtà ha fatto l’ordinario. Considerando gli errori di Gyomber è straordinario però ci si accontenta davvero di pochissimo. Il secondo è Pierozzi, l’unico in difesa davvero a brillare perché ha lavorato molto bene su Zapata, annullando di conseguenza anche Lazaro.
Questa cosa non è stata sempre efficace, quindi qualche tiro è arrivato ma impreciso oppure dettato dalla foga che la Salernitana ha messo al Torino riempiendo l’area con più uomini possibili. Però ha concesso 9 tiri dentro i 16 metri, non conteggiando la chiusura di Bradaric su Linetty al 90°: sono troppi. La Salernitana ieri ha totalizzato 37,25 di PPDA, cioè ha concesso 37 passaggi di media nella propria trequarti all’avversario prima di pressarlo. È un dato abnorme, nemmeno una squadra molto accorta raggiunge un picco simile. Non ha fatto un tiro nel primo tempo, totalizzando 0,10 xg in tutta la partita e costituiti praticamente solo dalla conclusione di Dia. Ha totalizzato 4 tocchi nell’area avversaria in tutta la partita, Candreva ha toccato 9 palloni in tutto il primo tempo. Non è sensato che il tuo miglior giocatore tocca 9 palloni nel primo tempo.
La Salernitana è stata rinunciataria ieri. Se concedi così tanto possesso e spazio è molto probabile che il gol lo subisci e se giochi così poco il pallone, quasi il 50% dei tocchi di palla sono stati nel terzo difensivo, è improbabile che segni. Dal punto di vista tattico ha lanciato la moneta sperando che uscisse il verso desiderato. Questa contestazione va fatta perché Inzaghi, per quanto sia un allenatore difensivo, non ha fatto sempre queste partite. Le ha mostrate anche a Salerno, il primo tempo di Marassi è un esempio perfetto. Ieri è uscito il verso che volevamo ma così in Serie A non resti. Che la Salernitana non farà un calcio votato è chiaro a tutti ma ci sono tanti modi per interpretarlo: l’augurio è che venerdì con l’Empoli si riveda l’interpretazione data con il Milan e non questa, inaccettabile per un club di Serie A.
Concludo con un aspetto: da tempo si leva la grancassa per l’esonero di Superpippo. Però con un mercato fatto soprattutto di difensori con certe caratteristiche sarebbe strano sostituirlo con un allenatore votato all’attacco, che gioca con la difesa alta e vuole un possesso forte. La linea tecnico-tattica è chiara, il mercato di Sabatini è stato fatto su indicazione dell’allenatore. Non è questione di come li schieri ma di atteggiamento, collettivo e dei singoli. A questo punto della stagione fare un altro cambio tecnico radicale, tornando a un allenatore più di manovra con un’interpretazione ancora diversa rispetto a Paulo Sousa, lo vedo troppo complicato. Se Inzaghi andrà via sarà per un altro tecnico di quel tipo perché la Salernitana solo un calcio reattivo può fare. Nella sua miglior versione in A ha piena legittimità, due esempi sono Verona e Lecce. Nella sua peggior versione è quello visto ieri a Torino.
Analisi che prescindono dal contesto e fanno puro sfoggio di teoria hanno poco senso. Così come dare 4,5 di valutazione ad Inzaghi è solo ideologia.