di Giuseppe Barbato

Oggi si è aggregato alla squadra Hans Nicolussi Caviglia, ultimo arrivato in casa granata. Il centrocampista valdostano, classe 2000, arriva dal Südtirol dov’era stato mandato in prestito dalla Juventus. Torna in Serie A ora e non a Giugno 2023 grazie a una serie di prestazioni esaltanti. L’alto riscatto fissato dalla Juventus mostra quanto il club bianconero creda in lui, nonostante il percorso accidentato. Salerno può essere la tappa prima della consacrazione.

Esordio a 18 anni, talento in una nidiata d’oro

È il 15 settembre 2018: Allegri, in sala stampa, spende parole al miele per Niccolò Fagioli, centrocampista della formazione Primavera che si allena anche con la prima squadra. “Vedere giocare a calcio quel ragazzo è un piacere perché conosce i tempi di gioco, quando ci si smarca, quando e come si passa la palla”. Allegri non dice insieme a Fagioli non è l’unico talento a metà campo. Nella seconda parte di quella stagione proprio Nicolussi Caviglia esordisce in A, giocando tre spezzoni di partite. Ha solo 18 anni e insieme a Fagioli e Kean rappresenta la nouvelle vague bianconera, la realizzazione del progetto della squadra B. In quella stagione gioca solo 8 partite in C, segno che stare a quel livello non gli farebbe bene.

L’estate 2019 è quella nella quale continuare il proprio percorso con un prestito in B: la scelta cade su Perugia. A inizio stagione sembra la strada giusta, in parte lo sarà. Il campionato con gli umbri termina con una retrocessione ai play-out ma con lui titolare il Perugia ha un minimo di equilibrio, ha una media da salvezza tranquilla quando gioca titolare (1,37 contro 1,18) segna un gol e sfodera sei assist. La sua valutazione non si è intaccata, anzi: in B è cresciuto. Secondo prestito, si va in A e la scelta cade su Parma. L’inizio è incoraggiante: due partite di Coppa Italia, due vittorie e buone prestazioni. In campionato però resta in panchina.

L’infortunio al ginocchio: due anni persi

Arriva il 17 dicembre, sembra un allenamento come tanti ma non è così. In un contrasto il ginocchio cede, infortunio al legamento crociato e stagione finita. Nicolussi Caviglia interrompe il proprio cammino ma la Juve non vuole perderlo: lo lascia in bianco-nero, niente prestiti. Può ripartire dalla C per trovare la condizione e giocarsela in prima squadra. In campo solo un paio di spezzoni ma qualcosa non funziona: il ginocchio continua a fargli male. Il decorso è andato nei tempi previsti, nessuna forzatura né cose strane. C’è qualcosa che non va e lo staff medico lo manda a fare esami ulteriori: la scoperta è incredibile. Quando è stato eseguito l’intervento al ginocchio i medici si sono dimenticati nell’articolazione frammenti di fastfix e una barretta di ancoraggio. Un caso di malasanità in piena regola, un anno buttato per una situazione assurda.

Bolzano per riprendere il filo e ricordare a tutti chi è

Due anni così abbatterebbero chiunque, non lui. Il regista di Aosta, cresciuto nel mito di Johan Cruijff e del calcio totale olandese (motivo per cui indossa sempre la maglia n° 14, a Salerno avrà la 41 dato che “la sua” è occupata da Valencia), vuole ricominciare a giocare e riprendersi tutto. Accetta Bolzano, sulla carta sembra una scelta suicida: squadra neo-promossa e con troppe scommesse. L’inizio è preoccupante, come quello dei compagni. L’arrivo di Bisoli rappresenta la svolta: il Südtirol vola e il gioco dei bolzanini passa sempre da lui. La prima costruzione è sempre sua e il suo contributo in fase di inserimenti è di qualità. Due gol da fuori area, contro Parma e Cittadella: quello ai ducali è un gioiello.

Dal punto di vista dei moduli il Südtirol si è schierato con diverse soluzioni: 4-3-3, 4-4-2, 3-5-2. In mezzo c’è sempre stato lui, sapendo anche giocare sul centro-sinistra da interno e mezzala pur essendo lui di piede destro. Queste informazioni rappresentano un doppio vantaggio per la Salernitana: il primo è la coesistenza con Bohinen, non solo possibile ma addirittura auspicata perché avresti due giocatori che giocano la stessa lingua. Il secondo è l’adattabilità alle posizioni in campo: è una dote naturale che possiede. Nicolussi Caviglia arriva a Salerno per dimostrare tutto il suo valore e rafforzare una squadra che proprio da una metà campo di qualità deve ripartire. Com’è stato l’anno scorso quando è stato inserito Bohinen in pianta stabile.

Fonte foto: ussalernitana1919.it

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