Di Giuseppe Barbato

La sosta di ottobre restituisce una serie A dove il Napoli continua a dettare legge, le milanesi a inseguire e la medio-bassa classifica ancora in cerca della sua definizione. Questa è la sintesi del settimo turno, dove sono stati siglati 30 gol e non c’è stato alcun 0-0. Il primo effetto di questo turno è il Cagliari che resta sul fondo della classifica da solo dopo il pari col Venezia. La squadra di Mazzarri controlla nel primo tempo ma nella ripresa lascia che i lagunari prendano il controllo della partita: il pari, fortunoso, di Busio è solo una conseguenza di questa rinuncia. Lì vicino, insieme alla Salernitana, c’è lo Spezia che crolla 4-0 a Verona. Partita strana quella vista al Bentegodi dove i bianchi hanno numerose palle gol che non riescono a sfruttare, mentre invece il Verona capitalizza tutti i tiri verso la porta di Zoet. Ancora imbattuto l’Hellas da quando c’è Tudor in panchina, segno che finora il cambio di panchina ha avuto un effetto positivo su una squadra che macinava gioco senza raccogliere punti. Il conto degli incontri relativi a questa zona del campionato si chiude con Sampdoria-Udinese: finisce 3-3 ed è stato un match spettacolare. I friulani nel primo tempo fanno la partita, non smettono di farlo dopo la sfortunata autorete di Stryger-Larsen e chiudono in vantaggio col primo gol italiano di Beto. Nella ripresa la Samp passa avanti con un rigore e una perla di Candreva dalla distanza, a quel punto l’Udinese riprende il filo e in mischia con Forestieri raggiunge il pari.

La classifica presenta un gruppo di quattro squadre a 11 punti: comprende Atalanta, Juventus, Bologna e Lazio. Le ultime due si sono affrontate al Dall’Ara, dove i rosso-blu hanno un buonissimo ruolino casalingo e lo confermano contro una Lazio inerte che paga l’assenza di Immobile: Muriqi conferma tutti i suoi limiti e non ripaga la fiducia di Sarri. Dall’altra parte funziona l’asse Barrow-Arnautovic: gol e assist per il gambiano, l’austriaco fa da boa e sostiene i compagni con un gran lavoro sporco. La Juventus continua la sua risalita e ottiene la terza vittoria consecutiva e anche stavolta è un match sofferto. Il Torino di Juric affronta il derby con lo spirito giusto e ha delle buone chance, i bianco-neri tengono botta e nel finale è Locatelli a trovare il guizzo giusto. Continua la maledizione del derby per la presidenza Cairo, non la continuità di prestazioni della squadra granata che dimostra di valere più degli otto punti conquistati finora.

Chiudiamo con le prime quattro della classifica: Napoli, Milan, Inter e Roma. I giallorossi ottengono il successo più agevole, contro l’Empoli basta un gol per tempo e un match controllato fin dall’inizio. L’unica nota stonata è la sfortuna di Abraham: con quello di ieri è il sesto legno colpito in stagione dall’inglese. Poi c’è il Milan che vince d’autorità a Bergamo contro l’Atalanta: al netto del brivido finale e di una fiammata nerazzurra nel primo tempo, dov’è stato bravissimo Maignan, Calabria e compagni hanno controllato il match con ordine e compattezza. Questo Milan sembra aver raggiunto quella maturità che serve per vincere. Maturità che non perde l’Inter, corsara a Reggio Emilia: di fronte c’è il solito Sassuolo, bello da vedere e ispirato dai dribbling di Boga. Inzaghi deve attingere dalla panchina per ribaltarla: sono Vidal e Darmian gli uomini chiave della vittoria nerazzurra. Il cileno dà sostanza al centrocampo, l’esterno limita sulla destra il francese. Al Franchi Fiorentina e Napoli confermano quanto mostrato finora: rispettivamente l’assenza di quel quid per competere in alto e la difesa come asse portante, dove Rrahmani segna e Koulibaly annulla Vlahovic. Il resto è cronaca, compresi gli insulti razzisti contro i giocatori partenopei e la rabbia del difensore senegalese ai microfoni di DAZN.

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