Di seguito le dichiarazioni del ds Gianluca Petrachi:
Qual è il suo bilancio al termine del calciomercato e state pensando a inserire qualche svincolato in organico?
“Fui molto chiaro nella mia prima conferenza stampa, tracciai una linea dicendo che il presidente Iervolino mi aveva chiesto di rientrare di almeno 30 milioni di euro dopo averne persi abbastanza e bisognava urgentemente cercare di rialzarsi dopo un’annata disastrosa anche dal punto di vista finanziario. Le indicazioni sono state rigorose, voleva una rosa giovane e sostenibile ma che rendesse il club virtuoso. Era necessario mettere in sicurezza la società, dal primo giorno ho lavorato in questa direzione. Il progetto è questo. Non credo che ci saranno innesti dal mercato degli svincolati. Anzi, potrebbero uscire Valencia e Legowski. Sono calciatori della passata stagione, il mio discorso lo ricorderete. Hanno fatto il loro compito, ma loro sapevano perfettamente quale fosse la nostra scelta”.
Questa rosa ricca di giovani e con qualche tassello d’esperienza che obiettivi sportivi si pone?
“Anzitutto bisognava riconquistare la dignità perduta l’anno scorso, il campionato scorso è stato veramente brutto da digerire e chi l’ha vissuta ha percepito la sensazione di un dramma sportivo. A me toccava portare gente motivata, con voglia, che sudasse la maglia e sapesse cosa vuol dire fare gruppo. Io vado sull’uomo, prima ancora che sul calciatore. Con i giovani abbiamo abbassato i costi, pur correndo qualche rischio calcolato. Qualcuno la B non l’ha mai fatta, ma mi sono dovuto adeguare in ottica della sostenibilità. Se prendevo solo giocatori di B con ingaggi importanti non avrei seguito le direttive del club. Alla fine, però, ho preso anche gente d’esperienza, attraverso operazioni molto furbe. Faccio il nome di Soriano: è reduce da un anno di inattività, costa poco rispetto al suo vero valore e speriamo che possa restituirci quella qualità che lo ha contraddistinto per anni in serie A. E’ stato anche sfortunato, purtroppo. Stava per fratturarsi la caviglia dopo una botta, un infortunio da trauma che lo ha messo ko. Anche Torregrossa guadagnava tanto, ma noi lo abbiamo inseguito ed aspettato. Lo ringrazio perchè ha voluto fortemente la Salernitana, altre squadre gli avrebbero dato più soldi di noi e invece non ha tentennato un secondo. Ha fatto un gran gesto ed è giusto che la gente lo sappia”.
Cosa è successo con Maggiore nelle ultime ore di mercato?
“Sono stato molto esplicito con loro. Tutti quelli della passata stagione erano tutti sul mercato e non c’era nessuno che volevo con me in questa rosa. Non cambio idea per un singolo giocatore, ho parlato di bonifica perchè preferivo gente con la testa sgombra. Anche un calciatore forte come Maggiore, con lo Spezia ha vissuto una serata difficile in cui non gli riusciva nulla. Mi ha chiesto se era possibile andare via, voleva la A e sono riuscito con il mio amico Antonelli a chiudere un’operazione. Siamo arrivati fuori tempo massimo, noi eravamo pronti da due ore. Il problema è dipeso da loro. Resta in gruppo e si rimetterà a disposizione. Lo stimavamo prima e lo stimiamo ora, ma ho preso tanta gente a centrocampo per costruire una Salernitana nuova. Che lui sia rimasto fa piacere perchè ha qualità e può dare una mano, non vedo alcun tipo di problema”.
Questa Salernitana ha un mediano-incontrista? Il mister aveva chiesto il vice Amatucci che, però, non è arrivato…
“Martusciello ha una concezione ampia del ruolo del centrocampista, vuole palleggio e possesso palla e abbiamo cercato dei calciatori che sapessero svolgere più funzioni. Il “medianone” era Coulibaly, ma per la nostra concezione di calcio non andava bene. E’ adatto in non possesso, per il resto servivano caratteristiche diverse. Adelaide, purtroppo infortunato, può fare entrambe le fasi. Amatucci non è un mediano, ma un regista. Hrustic può essere il suo vice, la sua carriera parla chiaro. Non c’è nello specifico un incontrista perchè abbiamo scelto peculiarità diverse”.
L’obiettivo stagionale?
“Vogliamo fare un campionato dignitoso, come ho detto prima. Dobbiamo essere garibaldini, una mina vagante. E’ impensabile che la Salernitana venga menzionata come una pretendente alla promozione diretta. Abbiamo caratteristiche per fare un campionato di livello, ma non so dove potremo arrivare. Non abbiamo fatto nemmeno la preparazione tutti assieme. Sono curioso di vedere dove arriveremo, non dimentichiamo con quante difficoltà siamo partiti e quanta gente è arrivata all’ultimo minuto del mercato. Oggi metterla nella griglia come una candidata alla serie A è scorretto”.
Martusciello aveva detto che Daniliuc sarebbe partito solo per soldi, invece è andato via in prestito senza essere stato rimpiazzato dopo aver fatto benissimo col Cittadella. Come mai?
“Estendo il discorso anche a Bradaric. Io volevo portare denaro in cassa, con lui e con Flavius. Ma tutti hanno parlato solo di prestiti, nessuno si è spinto oltre. Il Torino aveva fatto un ammiccamento, parlando di diritto con obbligo al raggiungimento di un determinato numero di presenze. Il Verona stesso non voleva spendere i 4 milioni che chiedevamo per Daniliuc. Dico che si è comportato bene…fino a un certo punto. Nell’ultima settimana ha avuto un po’ di mal di pancia, ho parlato più con lui che con mia moglie e ho dovuto fare una scelta. Ho parlato col presidente, gli ho detto che soldi non ne avremmo guadagnati e che si rischiava di mantenere un calciatore controvoglia. Alla fine ci sono le possibilità che il Verona lo riscatti, perchè è un ottimo giocatore anche in prospettiva. Ma sia chiaro che sarebbe rimasto malvolentieri, con la Sampdoria ve ne sarete accorti tutti. Non aveva lo stesso atteggiamento dell’esordio con il Cittadella. Io non tengo nessuno che non pensi esclusivamente alla Salernitana”.
Simy resta?
“Per lui spendo una parola in più. Dal primo giorno è stato professionalmente ineccepibile, non ha sbagliato nulla e si è impegnato al massimo. Anche per lui valeva lo stesso discorso fatto per altri, gli avevo chiesto professionalità. Mi aveva promesso impegno totale, ho instaurato un buon rapporto. Se lo sentirete ve lo confermerà, ci siamo parlati tanto ed è un ragazzo a posto. Abbiamo alcune cose in comune, esperienze di vita. L’ho coccolato un po’ e sono felice che abbia avuto un buon inizio di stagione. Ha dato cuore e anima, un ragazzo straordinario. Il nostro cappellano aveva pronosticato il suo gol col Cittadella. Mi ha trasferito delle cose importanti sul piano umano. Devo dire che non ha avuto grandi richieste, ha rifiutato legittimamente un’offerta in Iran e bisogna rendersi conto che ci può stare. E’ rimasto, sono felice di questo, poi se arriva una offerta in extremis la valuterò. Sono aperto a questo tipo di soluzione, se dovesse andar via a quel punto valuteremo qualcosa dal mercato degli svincolati. E’ l’alternativa ai due attaccanti che sono arrivati e a me sta bene, ma se arrivano proposte ci saranno riflessioni”.
La sua stagione è partita con Sottil e la Brera Holdings sullo sfondo. Questa situazione societaria ha inciso sulle operazioni in entrata?
“Quando sono stato contattato, il presidente è stato chiarissimo e mi ha detto che sarebbe andato avanti in attesa della risposta del fondo. All’epoca c’era effettivamente la Brera Holdings e si prospettava un cambio di scenario, si sentiva deluso e mi ha raccontato il suo sentimento di disagio. Aveva dato tanta fiducia e si sentiva ripagato zero, con annessi danni economici e tecnici importanti. La sua è una politica sostenibile. Ho parlato con pseudo acquirenti e c’era un programma non più ambizioso, ma sulla carta con un budget differente. Mi ero portato avanti con il lavoro e seguivo un piano A e un piano B, speravo che gli eventuali nuovi acquirenti volessero fare qualcosa di immediato e non a lungo termine. Quando tutto è saltato, ho dovuto riavvolgere le nastro e rimboccarmi le maniche per seguire le indicazioni del proprietario. Mettere in sicurezza il club era fondamentale, ma è vero che molti calciatori ci hanno chiesto cosa stesse succedendo. Di certo non falliamo, questo è un punto fermo. Iervolino vuol dare la società solo a gente seria e solvibile. Io raccontavo esattamente questo agli agenti con cui interloquivo, ma davo garanzie economiche. C’era un po’ di terremoto interno, ma col passare di giorni riuscivamo a cedere e a far entrare soldi. Non è stato semplice, ha pesato anche la mia moralità. Mi sono sempre interfacciato con tutti mettendoci la faccia. Non avevo grosso margine sul piano finanziario, ma battevo su altri tipi di certezze. Alla fine qualcuno si è convinto”.
Ci può presentare Wlodarczyk?
“Mi è sempre piaciuto, ma ci vuole tempo. Lo volevano due squadre di serie A, ma il costo del cartellino era intorno ai 2,5 milioni di euro e non si parlava di prestito. Quando avevo perso le speranze, un intermediario mi ha chiamato parlando di prestito oneroso con diritto di riscatto legato alle presenze. E in caso di A avremmo un obbligo. Mi sono subito fiondato perchè secondo me è un profilo interessantissimo. E’ alto ma molto tecnico”.
Joao Pedro è da escludere?
“Se esce qualcuno si può anche pensare di tornare sul mercato degli svincolati. Il discorso vale per Joao Pedro ma anche per altri attaccanti. A volte potremmo giocare con le due punte dall’inizio della gara, il mister non è un integralista e se ha due attaccanti forti potrebbe gettarli da subito nella mischia. Più siamo, meglio stiamo. Il livello della competizione si è alzato tanto”.
Che voto si dà e ha rimpianti? Si poteva far di più al di là dei paletti?
“Non mi dò un voto, ma mi gratificano tanto gli attestasti di stima della gente. A Mantova c’erano tantissimi tifosi, mi hanno incrociato e ho percepito un affetto profondo. Questo mi rendo orgoglioso, mi piace lo slogan “noi siamo salernitani” perchè trasmette a tutti noi appartenenza. Io ho dato il 100%, essere stato fermo un po’ di tempo mi ha dato forza ulteriore e non mi sono abbattuto in momenti difficili. Tornassi indietro rifarei tutto, credo di aver allestito una buona squadra formata, soprattutto, da uomini. Il calciatore si può sbagliare, l’uomo no”.
Sullo sfondo resta la frattura tra la proprietà e la tifoseria, ma la gente ha stima in lei e nel direttore sportivo. Non capiamo, però, perchè bisogna aspettare ulteriori uscite se di entrate ce ne sono state tante? Se c’è la possibilità di prendere Joao Pedro, è un azzardo non farlo…
“Se abbiamo 30 giocatori, vuol dire che c’è un monte ingaggi alto. La filosofia della società è questa, io sono un dipendente e ho seguito le linee guida provando a lavorare nel miglior modo possibile. Quando non hai la certezza di cedere tutti, non puoi aggiungere da subito calciatori perchè rischi di ritrovarti con stipendi sproporzionati e una rosa da 45. E’ il capo che decide e bisogna attenersi alle regole”.
Che pensa il proprietario del suo lavoro e che sensazione ha sul futuro della Salernitana?
“Con il presidente ci siamo sentiti, nell’ultimo periodo anche più frequentemente. Mi ha fatto piacere che abbia iniziato a fidarsi, a lasciarmi fare. All’inizio c’è stata qualche frizione dettata dalle sue esperienze precedenti, era scottato e ci può stare. Su Daniliuc mi ha dato carta bianca, mi ha ascoltato, io non volevo tenere giocatori scontenti e mi ha dato il placet pur senza un guadagno immediato. Ha pensato all’interesse comune, io ci sto dentro tutti i santi giorni e so quali sono le dinamiche dello spogliatoio. I mal di pancia non li accetto. Abbiamo avuto visioni diverse, non scontri. Ho avuto tanta, tanta pazienza. Non ho perso lucidità e l’inattività pregressa mi ha dato forza interiore. Credo che sia contento, non l’ho più sentito dalla chiusura del mercato. Oggi avremmo dovuto fare il punto della situazione, secondo me ha fiducia in me e questo è un successo”.
Crede che riuscirà a riportarlo allo stadio?
“Io sto provando a riportarlo dentro. E’ un imprenditore lungimirante, che ha fatto cose importantissime, averlo al timone della squadra con l’entusiasmo pregresso sarebbe manna dal cielo per quanto mi riguarda. Nell’ultimo periodo l’ho sentito più motivato, sicuramente contento di rivedere la Salernitana giocare con un certo spirito”.
Perchè ha scelto Martusciello?
“La Salernitana aveva sempre giocato con la difesa a tre e avevo pensato a Sottil per non scombussolare tutto l’aspetto tattico. Poi mi sono reso conto che era un discorso che veniva giù da solo, visto che avrei comunque stravolto la rosa in virtù di quella bonifica di cui ho parlato. Cambiando lo scenario, è stato anche più semplice cedere qualcuno. Una scelta strategica. Martusciello lo sentivo già negli anni passati, persona stimabile che aveva la voglia di correre con le proprie gambe. Sto cercando di dargli una mano, è un percorso nuovo anche per lui e la mia esperienza è a sua disposizione. Tra noi c’è un ottimo rapporto e spero che questo matrimonio possa durare a lungo”.
Si può ragionare già oggi col Verona per trattenere Braaf e Kallon nell’ambito dell’operazione Daniliuc?
“E’ un tema che sarà affrontato. Nella tempistica non siamo stati molto veloci, ma ho grande amicizia con Sogliano perchè abbiamo giocato assieme a Perugia e nel Torino. Gli scenari possono sempre cambiare, ma col Verona c’è un rapporto forte e consolidato. Vediamo cosa accadrà in campionato, a giugno vedremo di fare qualcosa di concreto”.
Lei è scopritore di talenti, il budget ridotto ha inciso negativamente anche sotto questo aspetto?
“La società mi ha messo a disposizione due uomini di fiducia. In serie B non ci sono grandi risorse nè grosse possibilità. Speriamo in futuro di allargare il numero delle risorse umane nell’area scouting per non farsi cogliere impreparati. Ma chi è al mio servizio opera h24 e gode della mia totale stima. Sono orgoglioso di loro, sono stati di supporto. Durante il giorno arrivano mediamente 50–55 profili di calciatori che ti propongono, se non stai sul pezzo e non li conosci rischi davvero di farti scappare l’affare”.
Ritiene che la Salernitana sia coperta al centro della difesa, visto che Ruggeri è un giovane che non ha esperienza e sono stati incassati tanti gol in queste prime gare ufficiali?
“Bisogna avere il coraggio di portare avanti delle scelte. Se non porto i giovani, come abbasso il monte ingaggi? Non potevo prendere gente da 600mila euro. Se prendo Ferrari, sono obbligato ad affiancargli Ruggeri. Non ha esperienza, ma se ci sarà occasione dovrà essere buttato dentro. La Roma ha messo dentro Pisilli, ragazzo che stimo molto. De Rossi lo ha schierato dal primo minuto. Anche Thiago Motta ha gettato nella mischia ragazzi inesperti. Non sempre c’è bisogno di prendere un quinto o un sesto difensore per sentirsi tutelati”.
Come immagina il futuro tecnico e societario della Salernitana?
“Anzitutto sono contento di questo buon avvio di stagione, ero certo che avrebbero dato il 110% perchè si sta creando un bel gruppo. Devo fare i complimenti a qualche vecchietto che è rimasto: da Sepe a Fiorillo, passando per altri ragazzi che si sono messi a disposizione dei giovani trasmettendo senso d’appartenenza. Sul piano mentale daremo sempre il massimo, poi arriveranno sconfitte e vittorie ma fa parte del gioco. Per natura sono ottimista e guardo il bicchiere mezzo pieno, mi auguro che la Salernitana riaccenda l’entusiasmo di una piazza legatissima ai colori sociali. Siamo all’anno zero, anche io mi sto giocando tanto e spero che questo possa essere un campionato ricco di soddisfazioni”.
Perchè Joao Pedro non è arrivato?
“E’ stato un calciatore che ho contattato e che a me piaceva. I costi però erano importanti e, di primo impatto, non è andata bene. Sicuramente avremmo preso un profilo altissimo, ma non si è alzata l’asticella degli ingaggi e questo ha frenato la trattativa. A volte le cose si incastrano, altre volte no. Gli faccio comunque i complimenti anche se non è arrivato alla Salernitana”.
Nessuna operazione col Torino e tanti stranieri. Qual è la sua strategia?
“E’ una strategia multipla. Tante cose hanno determinato l’andamento del mercato. Sin dal primo giorno credo di essere stato chiaro: dovevo vendere e sanare il bilancio per rendere la società serena sul piano finanziario. Ho deciso di prendere facce nuove, gente che corre e che ha una fame incredibile di emergere. Ci vuole tempo per tutte le cose. Quanto agli stranieri, ho fiducia in tutti e, in alcuni casi, ci sono stati investimenti. Vorrei spendere una parola su Velthuis, uno dei migliori in campo contro la Sampdoria. Bremer oggi è uno dei difensori più bravi d’Europa, ma nei primi sei mesi ha fatto apprendistato. Questo ragazzo non conosce la lingua nè la dinamica di lavoro di Martusciello, eppure ha fatto 5 gare da 90 minuti. Njoh arriva dalla serie C francese, sta dando l’anima e bisogna aspettarli. Non ho potuto prendere da subito calciatori che li facessero crescere con maggiore calma. Qualcuno si è permesso di dirmi che dovevo aspettare Bonazzoli…per far cosa? L’anno scorso hanno dato incentivo all’esodo da 800mila euro per il Verona, io invece ci ho guadagnato 500mila euro e ho aggiunto Ghiglione alla rosa. Un calciatore forte che avrei voluto già al Torino, per me se gioca da quarto è più forte che da quinto. Di Adelaide dicono che è un giocatore rotto, altri ritengono che ho acquistato gente che non si regge in piedi. Avete visto al Milan cosa è successo con Morata? Noi avevamo l’obbligo di gettare nella mischia atleti non pronti, sono rischi calcolati. Se non si comprendono le dinamiche di alcune scelte, si fa fatica e si diventa tendenziosi e speculatori. Tello è arrivato alle 3 di notte, il giorno dopo ha dato disponibilità per 45 minuti e anche lì c’era la possibilità di imbattersi in un infortunio. Molti vogliono sindacare, dimenticando che abbiamo fatto i salti mortali per arrivare alle prime gare in condizioni decenti. E abbiamo fatto 6 punti con torti arbitrali palesi, quelli del VAR andrebbero sospesi. E’ clamoroso il rigore che non ci hanno dato a Mantova, rigore palese. A Bolzano il tempo massimo era scaduto. Sono cose che ci hanno penalizzato. Io non faccio polemiche, ma siamo stati condannati da situazioni clamorose. Con la Sampdoria per fortuna la tecnologia ha corretto un altro torto, sembrava stessero sparando sulla croce rossa. Chi sbaglia deve pagare, stando a casa avranno tempo per rivedere i loro errori”.