Ho preferito far decantare la delusione – legittima per il tifoso – per la sconfitta maturata allo Zini di Cremona prima di lasciare traccia – squisitamente personale – di quello che a tutti gli effetti, dati alla mano, è il torneo con il risultato sportivo più alto della storia della nostra Salernitana. 42 punti finali in classifica, una salvezza conquistata a tre giornate dal termine, significano tanto da queste parti. Abbiamo avuto l’onore di assistere ad un campionato dove la squadra ha saputo rialzare la testa dopo una fase di completo sbandamento, la campagna acquisti estiva (tanto vituperata ad inizio stagione, ricordo ancora le offese provenienti da settori deviati dell’informazione locale) è risultata vincente sotto vari aspetti (al netto degli errori che comunque sono stati commessi), la società ha saputo correre ai ripari nel momento decisivo affidando ad un tecnico come Paulo Sousa le sorti della squadra e ottenendo un rendimento da posizione Conference League ed infine la nostra tifoseria passionale ha dato ancora una volta l’idea – all’Italia intera e non solo – di cosa significhi essere salernitano.

Fatta la premessa, arriviamo al dunque. Archiviato il campionato, è già tempo di calciomercato, di futuro, di sogni ad occhi aperti. E’ ovvio, è fisiologico. Tanto che già in molti si dimenano pensando alla lunga astinenza da gradinate che terminerà solo a metà agosto. Al netto di tutte quelle che saranno le voci, i rumors, le operazioni concluse e quelle che sfumeranno, resta la differenza di una società con un progetto sportivo serio e a lungo termine. Dato incontrovertibile questo che si basa esclusivamente sui risultati ottenuti in una stagione e mezza.

A questo punto ci si chiede come mai ancora oggi esista una frangia minoritaria di provincialotti (tra esponenti dei media locali, pseudo tifosi e tuttologi del web) che continua a esprimersi (sulla rete in particolare) al solo scopo di diffondere zizzania, insinuare losche manovre sotterranee, seminare discordia per destabilizzare ambiente e tifoseria. Salerno per fortuna può contare su un settore dell’informazione per gran parte maturo e responsabile, come anche su una delle tifoserie più belle e appassionate d’Italia. Ed è questo il valore aggiunto che consente di considerare tali effervescenze per quello che in realtà sono: il nulla. Una cosa è la critica, il diritto alla critica (per i giornalisti), altra cosa è lo sparare bufale e balle per il solo gusto di qualche click. E’ giunta l’estate, sarebbe anche ora di andare al mare!

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