Le gradinate vuote fanno male. Molto male. In particolare ai calciatori che quando onorano la maglia avvertono la necessità di avere alle spalle uno stadio pronto a sostenerli. Lo ha confermato ieri sera mister Gian Piero Ventura nel dopo gara.

E’ evidente che c’è qualcosa che non va. Quando a San Gregorio vennero i capi della tifoseria mi chiesero di ritrovare calciatori che onorano la maglia, oggi sento parlare di serie A. Sentivo ancora i cori contro Lotito, ma la squadra non c’entra assolutamente nulla. Fino a quando non ci sarà un chiarimento definitivo difficilmente vedremo tanta gente, ma non si può fare calcio senza l’Arechi che conosco io. Lo stadio vuoto fa male, non si può prescindere dalla tifoseria. Dico solo che stiamo lavorando per la Salernitana”. Queste le parole del tecnico granata.

Ventura conosce troppo bene la situazione reale ed è per questo che non punta il dito contro gli ultras e chi diserta lo stadio. Esiste una frattura che può essere curata in un solo modo, con un passo indietro da parte di chi non è stato chiaro e rispettoso della storia di questa maglia e di questa città. Ricordiamoci tutti che all’appello mancano ancora quelle scuse pubbliche, promesse al termine della passata stagione, quando la Salernitana retrocesse sul campo, per poi salvarsi grazie ai play out, ed in quel frangente per mesi la squadra fu letteralmente abbandonata dalla proprietà e dalla dirigenza. Basterebbe ammettere di aver sbagliato e lo stadio potrebbe tornare quello di un tempo.

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