Allo “Zini” la Salernitana viene superata dalla Cremonese e chiude male una stagione comunque di altissimo livello, nella quale la salvezza non è mai stata in discussione grazie agli investimenti del presidente Iervolino, a qualche colpo da 90 del direttore De Sanctis e all’arrivo di Sousa in luogo di un Nicola purtroppo quasi mai incisivo quando parte dall’inizio. La partita è stata a tratti noiosa, classico match di fine stagione nel quale, però, Sousa getta nella mischia i titolari e non le seconde linee pur non potendo disporre di Dia, Lovato, Bronn, Vilhena, Valencia, Bradaric, Fazio oltre ai due portieri Fiorillo e Sepe, al passo d’addio. Per 20 minuti poco o nulla da rimarcare, poi arriva l’episodio che cambia la storia della contesa. Al 25’ calcio di rigore per i padroni di casa, piuttosto generoso: dal dischetto va Buonaiuto che realizza il gol del vantaggio, primo in carriera in serie A. Al 30’ ci provano i granata con una conclusione dalla distanza di Candreva deviata in angolo. Al 33’ Salernitana pericolosa con un tiro dal limite di Coulibaly che sfiora il palo. Il primo tempo si chiude con i granata sotto nel punteggio e ancora vicini al pareggio col centrocampista maliano, prima che Mazzocchi sbagli un cross semplice ignorando Candreva libero a centro area. Stesso copione nei secondi 45 minuti, è Piatek a divorarsi due enormi palle gol dapprima preferendo un improbabile passaggio al tiro a tu per tu con Sarr, poi stecca a centro area beccando qualche meritato fischio. Al 28’ ci prova Kastanos con una conclusione dalla distanza che termina alta. Al 43’ raddoppio Cremonese con un tiro a giro di Tsadjout che vale il 2-0 finale. Nel recupero rigore prima dato e poi tolto alla Salernitana (errore del VAR, il penalty c’era) e sassata di Sambia su punizione a lato di poco. Finisce 2-0, senza record di 13 gare di fila con gol segnati e senza scavalcare l’Empoli e raggiungere il Sassuolo. Resta un’annata strepitosa, ricca di emozioni e cose belle. Godiamocela ancora per un po’, poi proiettiamoci al futuro. Con Sousa in panchina e, si spera, l’ossatura attuale senza cessioni eccellenti. La palla passa al presidente, ha già dimostrato che ci possiamo fidare.

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