di Giuseppe Barbato
Non è la sconfitta in sé col Torino a far arrabbiare il mondo granata ma il modo in cui è arrivata: pesa dannatamente quel rigore fatto ripetere dall’arbitro. Questo pomeriggio la società ha battuto un colpo e lo ha fatto con un comunicato firmato da Maurizio Milan, amministratore delegato della società. Un comunicato duro, nel quale si parla di “inequivocabile errore tecnico” e si chiede agli organi federali di vigilare sulla regolarità del campionato. In chiusura si ribadisce che finché la matematica non condanna la Salernitana c’è da aver fiducia e combattere. Questo è il testo integrale:
Dopo la gara di ieri rimane amarezza insieme con molte perplessità sulla gestione della gara. In effetti, sia permesso dire, più che dubbi, sembra esservi certezza che sull’episodio della ripetizione del calcio di rigore, nel primo tempo ed in una fase delicata dell’incontro, sussista un inequivocabile errore tecnico degli arbitri, di campo e del VAR; già nell’immediato è parso davvero difficile rintracciare l’anomalia individuata dall’arbitro. A una visione appena più accurata – quella che che ci attenderebbe dall’esame tecnologico dell’azione – poi, risulta davvero impossibile poter aderire a quanto deciso sul campo. L’amarezza che abbiamo provato è legata anche al cammino della Salernitana: siamo una società rinnovata nel profondo, che ha ritenuto doveroso onorare il campionato, e dunque il sistema calcio nel suo insieme, investendo ingenti risorse per tenere alta la bandiera della città e della sua straordinaria tifoseria. Per il rispetto che si deve a Salerno e ai suoi tifosi auspichiamo di avere lo stesso rispetto da tutti gli organi sportivi deputati a vigilare sulla regolarità del campionato, assicurando una gestione arbitrale di partite così delicate davvero ineccepibile: qui non si tratta soltanto della percentuale, sempre presente, di erronea valutazione, ma di adeguata considerazione tecnica degli episodi in campo ed in videoassistenza.
Sia chiaro a tutti che la Salernitana non è e non può essere considerata retrocessa fin quando il dato aritmetico non lo confermerà.