di Giovanni Di Domenico

Il miracolo salvezza porta inevitabilmente la sua firma. Davide Nicola è stato tra i principali artefici della splendida cavalcata che ha visto protagonista la Salernitana. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico ha ripercorso le tappe di quest’impresa entrata nella storia:

“Di Salerno mi manca già l’adrenalina. Quando alleno mi piace provarla. Nella mia corsa finale dopo la partita contro l’Udinese c’era tutto. E’ stato anche un modo per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a costruire questo percorso. L’armonia tra intenti ha moltiplicato certezze e valori. E’ stata una rincorsa costruita su tre aree: un gioco fondato sul coraggio, un piano tecnico tattico per esprimere ciò che serviva per l’obiettivo e le relazioni, con la capacità di credere all’obiettivo senza essere schiavi dei picchi emotivi”.

“Quando sono arrivato – ha aggiunto Nicola – ho subito percepito la volontà dei giocatori di mettersi in gioco e di crederci fino alla fine. Aver cambiato la nostra espressione di gioco è stato il vero successo. Salerno è stata diversa dalle mie altre esperienze per luogo, ambiente ed obiettivi. Mi ha gratificato la capacità di esprimere il coraggio. Lo si è visto in una linea difensiva alta, nella produzione di gioco e nella credibilità attraverso un modo preciso di stare in campo permettendoci di poter competere con chiunque. Anche con l’Inter accettando la parità numerica: quel giorno ho avuto la certezza che i ragazzi fossero disposti a tutto per credere nel progetto. Nella realtà dei fatti ho vissuto un’avventura di un alto livello qualitativo. Uno stadio sempre pieno, con una tale passione, è solo dei grandi club. Sono convinto che se avessimo uno stadio di 60mila posti lo riempiremmo”.

Su Iervolino: “E’ un presidente passionale e presente. Ho apprezzato il fatto che abbia rispettato i ruoli di ognuno. Lo ringrazio per l’opportunità e per aver messo a disposizione tutto ciò che serviva”. 

Su Sabatini: “La sua presenza è stata uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare. E’ un uomo autentico e di grande credibilità, capace di portare giocatori forti e funzionali in poco tempo. E’ stato fondamentale, non so se senza di lui i calciatori sarebbero venuti a Salerno”.

Per il rinnovo restano solo da limare gli ultimi dettagli: “Il giorno dopo la salvezza ho incontrato il presidente. Stiamo definendo gli ultimi dettagli, non ci sono problematiche. Perché non ripartire? Mi piacciono il contesto, le persone e la possibilità di poter costruire qualcosa di diverso. La società ha l’idea di crescere, con meno picchi a livello cardiopatico. L’obiettivo è la continuità, ma non si può avere tutto e subito. Per la prima volta la Salernitana disputerà due campionati di fila di Serie A e ciò deve spingere a mettere umiltà e voglia per creare una realtà stabile nel tempo. La piazza lo merita”.

“Andare a piedi dal Papa? E’ stata soltanto una battuta con un tifoso, non è mai stata vera” – ha concluso Nicola – “Questa avventura è stata talmente bella che non mi andava di metterla in goliardia o di scomodare il Santo Padre. Il pellegrinaggio è stato il percorso verso la salvezza”.

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