di Vanni Vignes

E’ ufficialmente terminata la fiera dei sogni invernale…..per gli altri perlomeno.
Eh già…per i tifosi granata ormai, da tempo immemore, le finestre di mercato più che un’ occasione per sognare, rappresentano un vero e proprio calvario. Le sessioni milanesi in casa granata non sono ormai altro che una serie di mortificazioni, umiliazioni, siparietti; gag comiche degne del miglior Totò. Vere e proprie prese in giro spudorate e offese alla dignità salernitana senza alcun contradditorio. E sia chiaro, non sto parlando dell’ aspetto tecnico. A quello, ormai, ho rinunciato da tempo. Mi riferisco all’ atteggiamento della società a partire dai due attuali affidatari fino ad arrivare al loro factotum plenipotenziario. Un mese di silenzio, di distanza dalla piazza, di allontanamento progressivo, di mutismo selettivo, fino alla solita rappresentazione abituale di fine mercato. Il tutto, aggravato dal fatto che la squadra, SANTI LORO, vive forse il miglior momento in termini di risultati dell’ era Lotito & Company. Beh, si potrebbe obiettare, ma dov’ è la novità? Ecco…la novità….la novità sta nel fatto che questa squadra, con tutti i propri limiti e difetti AMPIAMENTE sottolineati dal tecnico a chi vuole ascoltare, è riuscita ad appropriarsi di una invidiabile posizione di classifica. E come richiesto dallo stesso Ventura, da cui mi aspetto adesso una presa di posizione, sarebbe bastato poco, ma veramente poco, per compiere un importante e forse decisivo salto di qualità. Il campionato quest’ anno è mediocre, tanto mediocre. E la Salernitana sta riuscendo ad emergere, con i suoi alti e bassi, da questa mediocrità.

Il salto di qualità sarebbe servito proprio a ridurre i “bassi”, ad evitare rischi inutili ed a garantire al trainer granata di poter contare su quel qualcosa in più a cui affidarsi in caso di necessità. Niente spese folli, niente acquisti roboanti, ma solo serietà ed affidabilità. Questo chiedeva il tecnico, questo chiedeva la piazza, tutt’ altro invece hanno fatto proprietà e dirigenza. Certo, la Salernitana ha ancora le carte per giocarsi la serie A, sia chiaro. Ma gennaio serve, a chi le vuole, per dotarsi di qualche carta in più per sedersi al tavolo. Gli altri adesso le hanno, la Salernitana è rimasta con le stesse. Valide, efficaci, che lasciano ancora sperare. Ma esattamente le stesse di prima. Perchè? Questo è ciò che da ieri sera tutti i tifosi granata si chiedono: PERCHE’? Perchè non si è completata questa squadra. Perchè non è arrivato un segnale di VOGLIA DI VINCERE. Perchè tutta Salerno realmente tifosa ha lo stesso identico amaro in bocca? Perchè anziché imporre la propria presenza, la propria storia, la propria identità la Salernitana puntualmente si svende alla Lazio arrivando a cedere Cicerelli per 40mila euro pagabili in tre anni? Perchè dell’ ipotetico undici titolare, solo 2 al massimo 3, sono calciatori di proprietà? Perchè nessuno della società, anziché andare a raccontare supercazzole in tv, non spiega realmente e con dovizia di particolari tutto ciò che questa società opera e pensa?

Ecco….cominciare a dare qualche risposta a queste domande sarebbe un buon primo passo….ma credo resteremo ad aspettarle inutilmente. Poco importa, perchè forse la risposta c’è già…l’ abbiamo davanti agli occhi. La risposta sta nella delusione della gente, nell’ avversione ormai conclamata e sacrosanta della tifoseria a queste dinamiche politico/sportive che hanno ormai avvolto e svilito la nostra amata Salernitana. La risposta, il nemico, è sotto gli occhi della gente e si chiama MULTIPROPRIETA’. I tifosi lo hanno capito prima di tutti, come sempre. Il triangolo no, cantava il grande Renato Zero. Ed oggi lo urlano finalmente a gran voce diverse componenti cittadine. Perchè il calcio non è un freddo calcolo numerico. Il calcio è passione, è amore viscerale, il calcio è sogno, incubo, pianto ed euforia. Il calcio è emozione, pura, disinteressata. Il calcio è tutt’ altro rispetto a ciò che da qualche anno vogliono farci credere. Lotito, per me, non rema contro un eventuale promozione. E’ un imprenditore. E da imprenditore la serie A gli renderebbe di più. Che la venda, che la intesti a qualcuno, che vengano cambiate le norme…sarebbero discorsi da fare poi. Del resto siamo in Italia. O ce lo siamo dimenticati cosa si è capaci di fare in Italia per interessi?

Cito come esempio giusto per schiarire le idee di qualcuno, quella vecchia legenda ormai famosa: c’ era una società che aveva 500 milioni di euro di debiti ma che fu ammessa al campionato grazie ad un piano di pagamento rateale di questo debito in 20 comodi anni. Nello stesso momento però, gli stessi giudici, per un altra società dello stesso campionato, decisero dovesse fallire nonostante avesse un debito molto ma molto più piccolo della sorella. Vi è chiaro adesso cosa si può fare in questo paese quando sei nelle stanze giuste? Nessun veto alla promozione quindi. Semplicemente Lotito ogni anno stabilisce un budget, che gli permetta a fine stagione di andare in pareggio con il bilancio. Grande o piccolo che sia quello è. E’ con quello si può fare tutto o nulla. Se si riesce ad andare in A bene, altrimenti sarà per la prossima. Ecco. Questo è il nostro nemico. Questo è ciò che non accettiamo più. A volte, per amore, per rincorrere un sogno, per alimentare una passione o un desiderio, si commettono delle follie. Che non vuol dire per forza lanciarsi in un baratro senza possibilità di salvezza. La follia si affianca a qualche sacrificio, si stabilizza con la programmazione, si progetta con competenza. Salerno, che sia con Lotito o senza, rivuole ciò che le è stato tolto: la possibilità di sognare. Che si vinca o che si perda poi poco importa. Ma il tempo di questa asettica visione è ormai scaduto.

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