di Giuseppe Barbato
Dodici gol su ventitré totali, quindici punti su ventiquattro totali. Bastano i numeri per descriverne l’impatto. Non è solo le reti che fa: c’è tutto un contributo fisico e tattico semplicemente fondamentale. L’assenza di Mbala Nzola per lo Spezia può essere un fattore pesantissimo. Il centravanti angolano nel giro di dodici mesi è passato da una sostituzione dopo dieci minuti, per via di un anello non tolto, a ridiventare il cardine per la salvezza delle Aquile. La squalifica, giunta alla vigilia di uno scontro diretto col Verona impegnato allo Stadium, complica i piani di Leonardo Semplici ma non li rovina. In ogni caso non va sottovalutato uno Spezia che ha tutte le qualità per sopperire e sta dimostrando tanto dal punto di vista mentale. Prima di tutto è una squadra che vive per il proprio obiettivo.
Come gioca questo Spezia? Sia Gotti sia Semplici sono allenatori da 3-5-2, almeno come struttura posizionale base. Lo Spezia conta molto sulla catena di sinistra, con Ampadu e Nikoulau in prima costruzione, con una spinta importante dei quinti dove ha tante alternative e poi sempre su Nzola. Fisicamente non teme confronti con nessuno, lo ha dimostrato con la grande giocata che ha ispirato il gol di Daniel Maldini contro l’Inter. Appoggiarsi a lui dà tanto in termini di risalita del campo, quando la squadra subisce il pressing, oppure di ricerca della profondità per ricostruire l’azione più avanti o creare “dal nulla” una ripartenza letale. Nzola non è una boa: è centravanti a tutto tondo, nella parte medio-bassa della classifica solo Petagna si avvicina a lui su quel tipo di apporto e solo Dia sul piano realizzativo.
Però lo Spezia è squadra duttile, con giocatori che sanno adattarsi e giocare con moduli diversi. Può fare un 4-4-2 compatto e basso, può giocare il 4-3-3 con un giocatore tecnico da “falso 9” che crea movimenti e conseguenti inserimenti. Può strutturare il 3-5-2 in maniera diversa con un lavoro di risalita meno sulla punta e più sulle catene laterali. Come può sopperire, andando sulla pratica? Intanto ha un’alternativa di ruolo, Shomurodov. L’uzbeko è un giocatore potenzialmente abilissimo nell’1 vs. 1 e di dare quella profondità che serve, soprattutto se si gioca sulle ripartenze. Però è rientrato solo oggi in gruppo, avendo giocato in nazionale, anche se resta l’opzione principale. Può schierare una coppia mobile come Gyasi e Maldini, con dei movimenti di coppia interessanti.
Sugli esterni Semplici sta recuperando due giocatori importanti come Simone Bastoni, fino all’infortunio uno dei migliori dello Spezia, e il giovane Holm, uno degli under più interessanti del campionato. Il loro recupero può portare Gyasi più avanti, vicino alla porta e meno coinvolto in lavori di sacrifici e recupero, e alzare la forza offensiva della squadra. E potrebbe esserci anche l’occasione di recuperare una vecchia mossa della gestione Italiano: Agudelo, che con Semplici ha ritrovato linfa, centravanti mobile. Questa mossa fu decisiva per la vittoria contro il Milan di Pioli, dominato al Picco. Il lavoro che Sousa dovrà fare è complicato: come trovare quella superiorità in costruzione e il giusto numero di uomini per pressare bene e non dare sbocchi al gioco altrui?
Al trio centrale, probabilmente confermato, l’obbligo di non dare un riferimento avanzato e tenere la linea, sia come altezza sia come posizioni per non creare scompensi. Dall’attacco, schierato a due o tre adattandosi all’avversario, il dovere di agire anche in fase di non possesso. La vittoria della Salernitana può passare dalle fasce centrali del campo, sia in fase di pressing sia di costruzione per poi trovare gli sbocchi sugli esterni o innescando le punte. Lo Spezia in mezzo ha qualità, con un Bourabia tornato brillante come dichiarato da lui stesso a ‘La Nazione’, ma anche margini per essere attaccato. La Salernitana ha più opzioni, più colpi e un ex che scalpita per tornare grande. Dunque tutto per superare anche alle proprie assenze e conquistare tre punti, nonché il solco decisivo sulla zona retrocessione.