di Giovanni Di Domenico
Dal 2024 non saranno più consentite le multiproprietà. Questa la decisione assunta dal Consiglio Federale tenutosi in data odierna, approvata all’unanimità. I casi Bari e Mantova, rispettivamente in mano a De Laurentiis e Setti, già proprietari di Napoli e Verona, dovranno dunque essere risolti entro la stagione 2024/25, pena esclusione dal professionismo.
“Abbiamo stabilito per il futuro il divieto assoluto di qualsiasi multiproprietà e sancito il principio per gli unici due casi ufficiali esistenti, concedendo più di due anni e mezzo di tempo per avviare un percorso di cessione di una delle due società. Non solo sarà escluso categoricamente il controllo assoluto della società, ma non si potrà neanche avere alcuna partecipazione” le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina.
Il numero uno della federazione si è soffermato anche sul caso Salernitana: “Sono arrivate delle offerte alla Salernitana ma non entro nel merito. Ci sono paletti chiari e non mi preoccupa questa situazione”.
Caso Lotito
Intanto, nella giornata di oggi è scoppiata una polemica legata a Claudio Lotito. L’ex co-patron della Salernitana, nonostante la squalifica di un anno per il caso tamponi della Lazio, si è recato nella sede della FIGC per il Consiglio Federale, ma è stato allontanato da Gravina: “Siamo a un livello kafkiano. Gravina mi ha detto che non potevo partecipare perché sono ancora squalificato”. Lotito, prima di andar via, ha fatto mettere a verbale la seguente dichiarazione: “Il consigliere Lotito ritiene illegittimo il rifiuto di consentirgli la partecipazione al consiglio federale odierno. In quanto fin dal 7 settembre scorso, non esiste alcuna sanzione che possa impedirgli il suo diritto di esercitare le funzioni di consigliere federale. Allo stato attuale nei suoi confronti pende un mero deferimento”.
Non si è fatta attendere la replica di Gravina: “C’è un tema fondamentale, il Collegio di Garanzia non ha annullato nessuna condanna a Lotito e dunque ad oggi è responsabile all’interno dell’ordinamento sportivo, per noi vige squalifica. Io ho fatto un semplice appunto, lui ha letto la sua dichiarazione ritenendo che non fosse più squalificato, ma per noi non è così. Ho ribadito che lo era ancora e che doveva lasciare la sala, se voleva continuare a seguire poteva farlo ma avrei mandato gli atti alla Procura. Io mi sono attenuto a una decisione del Collegio di Garanzia, dove non ho trovato nessuna frase che parla di annullamento della pena. Dovesse essere riformata se ne discuterà quando sarà, ora vige sempre la sentenza del tribunale federale”.