di Giuseppe Barbato

Prima conferenza stampa di Stefano Colantuono come allenatore per la terza volta della Salernitana, a due giorni dalla partita contro il Bologna. Il tecnico risponde subito partendo da sé, dalla voglia di mettersi a disposizione per la società e per un ambiente dove si trova bene. Le sue prime parole delineano le sue intenzioni, non incentrate troppo sul risultato: “abbiamo il dovere di finire nel miglior modo possibile che non significa pensare cosa potremmo fare o la classifica. È un minitorneo che dobbiamo cercare di fare bene, tutti hanno il compito di impegnarsi nel miglior modo possibile. C’è una società che ci sostiene, mi risulta che anche a Bologna ci saranno mille tifosi in trasferta: se c’è la gente dobbiamo dare il massimo per rappresentarli”.

Due parole sul gruppo, sul quale si esprime anche se ha lavorato a ranghi incompleti: “ho parlato con tutti, è chiaro che il gruppo è in difficoltà perché la classifica è quella che è ma si sono allenati tutti. Qualcuno lo conoscevo, non ho avuto bisogno di dire tante cose. L’impatto è stato abbastanza tranquillo. Con Dia ho fatto due chiacchiere, sta cercando di sistemare le beghe con la società. Vedremo cosa potrà succedere”. Colantuono nega di sentirsi Caronte, perché Caronte trainava i morti. Fa molta pretattica: “Potrebbe cambiare qualcosa oppure no, qualche idea sicuramente c’è. Non c’è scienza, non c’è alchimie. Sono sistemi di gioco che vanno attuati perché poi alla fine il calcio è abbastanza semplice. Puoi metterti 3-5-2 3-4-1-2 o 4-3-3 ,sono tutti numeri ondivaghi e il calcio vive di equilibri”.

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