Domani sera all’Arechi la Salernitana ospiterà la big per eccellenza del calcio italiano, la Juventus pluricampione d’Italia. I granata hanno sempre dato del filo da torcere ai bianconeri restando imbattuti nei due precedenti confronti: pareggio a reti bianche nel 1947-48 e vittoria di misura nel 1998-99.

Nasce l’ippocampo

La Salernitana disputa il primo campionato di Serie A nel 1947-48, affrontando tutte le big del calcio italiano tra cui la Juventus. I bianconeri arrivano a Salerno il 18 gennaio 1948 per un match che mobilita l’intera provincia di Salerno. Alla vigilia della partita, il pittore salernitano Gabriele D’Alma omaggia il presidente granata Domenico Mattioli di un particolare disegno: la bozza di un simpatico cavalluccio marino dorato con un pallone avvolto nella coda, tutto racchiuso in uno sfondo granata. L’ispirazione nasce quando D’Alma, passeggiando sulla spiaggia, vede un piccolo cavalluccio marino che cerca di liberarsi dalle reti dei pescatori in cui era rimasto impigliato. Una caratteristica, quella del non arrendersi al proprio destino, che D’Alma rivede nella Salernitana, mai doma nemmeno contro avversari più quotati. Quella domenica di gennaio, i cavallucci marini granata affrontano le zebre bianconere in un Comunale, l’attuale Vestuti, stracolmo. Tra le fila juventine del tecnico Renato Cesarini, celebre i gol allo scadere da cui la “zona Cesarini”, ci sono grandi giocatori come Boniperti, il futuro granata Kincses e Parola, famoso per la rovesciata delle figurine Panini. In maglia bianconera anche Pietro Magni, che sarà allenatore della Salernitana nel 1968-69. Nessuno di loro riesce a trafiggere il portiere granata Gambazza, anzi, la Juventus soffre a lungo le sfuriate della Salernitana. I padroni di casa affrontano la “Vecchia Signora” a viso aperto e con una certa spavalderia. Soltanto le parate dell’ottimo Cavalli impediscono alla Salernitana di fare bottino pieno. La partita finisce così 0-0 tra l’orgoglio salernitano, con un pizzico di rammarico, ed il sollievo bianconero per lo scampato pericolo.

La caduta degli dei

La seconda volta in Serie A della Salernitana arriva cinquant’anni dopo la prima. I granata sono invischiati nella lotta per non retrocedere. Il 2 maggio 1999 è in programma la gara casalinga contro la Juventus, valida per la quart’ultima giornata. I bianconeri sono campioni d’Italia in carica e finalisti della Champions League 1998, sebbene occupino il sesto posto in classifica e cercano un piazzamento europeo. Sul prato dell’Arechi scendono calciatori di primo piano: i freschi campioni del mondo francesi Henry, Zidane e Deschamps, il mastino Davids, Peruzzi, Pippo Inzaghi, Conte, Pessotto, Di Livio e l’ex Iuliano. Di fronte hanno una Salernitana sfrontata, ma più attenta in difesa grazie alla cura Oddo. I granata dimostrano fin da subito di non soffrire nessun timore referenziale. Alla mezzora, però, è Zidane a mettere i brividi ai tifosi granata centrando la traversa con un bolide da fuori area. Passata la paura, ecco che la Salernitana sferra il colpo micidiale. Al 37′ Tedesco ruba palla proprio a “Zizou” e serve Fresi, il quale lancia in profondità Di Michele. L’attaccante arriva sul fondo disorientando Iuliano e mette dentro un passaggio all’indietro per l’accorrente Di Vaio che trafigge Peruzzi. L’Arechi esplode. L’inaspettato svantaggio innervosisce la Juve e a farne le spese sono Mirkovic e Iuliano, espulsi entrambi. Al triplice fischio è festa grande sugli spalti per quella che è una delle più importanti vittorie ottenute dalla Salernitana.

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