Un momento dell’intervista rilasciata ieri sera al Tg2 da Claudio Lotito

In bella mostra, sulla sua scrivania, la foto del suo incontro con Papa Francesco, l’uovo pasquale di cioccolato griffato Lazio e il logo celebrativo del 120° anniversario della fondazione della squadra biancoceleste. Il discorso è ovviamente incentrato unicamente sul suo progetto calcio legato alla Lazio, nonostante le domande della giornalista Rai siano più ampie e riguardino il tema delicato della ripresa dei campionati professionistici di calcio. L’orazione è stata come sempre molto ricca di iperbole e metafore, con la consueta sicumera, precisando la posizione della Lazio: la ripresa degli allenamenti a Formello, le battute sulle corse separate di Immobile e Radu, il secondo posto in classifica e la rincorsa alla Juve di Cr7. Ma nonostante il rebus calcio riguardi anche un’altra società di calcio, di cui è co-proprietario – tale Salernitana – ci si sarebbe aspettato almeno un riferimento, una parola. Niente di tutto ciò. Del resto la scrivania della sua abitazione parla molto chiaro: di granata non c’è nulla. Ecco – dunque – cosa accade ancora a Salerno, nel bel mezzo della pandemia che ha relegato il calcio in un angolo, insieme alla passione di tanti salernitani. Sarebbe stato bello sentir parlare di futuro anche per la B, dell’altra società di proprietà (la Salernitana), di San Gregorio Magno e non solo Formello. Insomma altro. Ma la realtà è questa.

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