di Giuseppe Barbato
Lecce-Salernitana, oltre a essere un’iniezione di fiducia, può essere la svolta tattica per la Salernitana 2.0 di Davide Nicola. La squadra vista in Salento ha messo in pratica alcune situazioni viste contro il Napoli, senza buttare via il buono del passato. Il mix finale è molto interessante e potenzialmente vincente. Una squadra nuova ma non snaturata, quel tornare ad azzannare tutti facendo i dovuti passi indietro. Piangere sul latte versato, sulle partite precedenti, ora ha poco senso. La squadra intravede una luce e bisogna stare nel presente, nel lavoro sul campo. In cosa consiste questo presente? Si può descrivere con tre note tattiche:
- La ritrovata compattezza, dentro il campo. Contro il Napoli c’è un dato che lasciava buone sensazioni: nel primo tempo, seppur molto bassa, era schierata in soli 20 metri. Contro il Lecce i metri sono saliti a 23 lungo tutta la partita e in entrambe le fasi. Una squadra corta, che gioca con gli uomini vicini lavora bene a tutto campo. In attacco può costruire a partire da un fraseggio sul corto e da quello creare spazi, soprattutto sulle fasce, da attaccare. In difesa si può fare un pressing per recuperare palla, come in occasione nel gol di Vilhena, o intasare gli spazi alle avversarie a difesa schierata. Non sempre la squadra è stata efficace, considerando alcuni errori gratuiti in costruzione e le difficoltà di Lassana nel primo tempo, però questa compattezza è un elemento necessario. A prescindere dai moduli;
- Tutti contribuiscono alla fase difensiva. Venerdì tre giocatori hanno primeggiato per recuperi, 8. Già questa è una notizia, segno di un contributo collettivo a questa fase. I tre sono Candreva, Vilhena e Dia e ciò dice tantissimo. I difensori prima soffrivano anche per via contributo, ridotto se non nullo, di centrocampisti e attaccanti sulla prima pressione. Le avversarie superavano troppo facilmente la prima linea pressione e in pochi ripiegavano rapidamente. Nel 4-5-1, adottato in alcuni frangenti, Candreva e Dia sono chiamati a un compito difficile ma allo stesso tempo utile perché possono trovarsi vicino alla palla recuperata e costruire la ripartenza. Qui è fondamentale il ruolo del centrale: finché la Salernitana non ha rinunciato al possesso, per gestire o ripartire, Bohinen ha fatto la differenza. Nella ripresa la squadra ha ripreso i concetti di inizio gara e HNC ne ha beneficiato, impreziosendo la gara con due giocate di alta scuola;
- La rinascita di Sambia. Il francese, nella sofferenza generale contro il Milan, aveva fatto intravedere sprazzi di luce. Eppure le parole spese da Nicola per lui sembravano di circostanza e i dubbi sul suo acquisto ancora vivi. In tanti si chiedevano perché la società non intervenisse in quella zona di campo. La sua storia racconta una lunga attesa: gli infortuni accusati a inizio stagione, l’adattamento tattico e le partite della coppia Candreva-Mazzocchi hanno ridotto le sue chance. Venerdì quegli sprazzi di luce sono diventati realtà: sempre propositivo palla al piede, in difesa attento soprattutto sulle diagonali che hanno tolto spazio agli inserimenti leccesi. Sulla prima costruzione deve migliorare, ha fatto un paio di errori potenzialmente sanguinosi, ma oggi è importante sottolineare i meriti suoi e del mister. Oggi la Salernitana ha un giocatore in più.