Sono trascorsi 57 anni da quel maledetto 28 aprile 1963. Quel giorno allo stadio Donato Vestuti di Salerno si è giocato il big-match Salernitana-Potenza. Purtroppo, quella partita è ricordata per la tragica scomparsa di Giuseppe Plaitano, tifoso granata seduto in tribuna, colpito da una pallottola vagante durante gli scontri che hanno portato alla sospensione della gara.
La Salernitana, reduce dallo 0-0 di Chieti, ospita il Potenza al Vestuti con la possibilità, in caso di vittoria, di affiancare i lucani e il Trapani in testa alla classifica. Il Vestuti è preso d’assalto da numerosissimi tifosi e, chi non riesce a trovare un biglietto, si rifugia sui balconi e sulle finestre dei palazzi che circondano lo stadio. L’arbitro designato è l’alessandrino Gandiolo, le cui controverse decisioni provocheranno la rabbia dei tifosi di casa trasformando una domenica di sport in una delle pagine più nere del calcio salernitano.
Complice una maldestra indecisione del portiere granata Pezzullo, il Potenza passa in vantaggio al 42’ con Rosito, tra le proteste della Salernitana che invocava un fuorigioco, ma stavolta Gandiolo ci ha visto giusto. Nella ripresa la Salernitana è determinata a recuperare ed infatti gioca molto meglio dei potentini. L’ennesimo attacco granata alla porta avversaria arriva al 79’, quando Visentin viene atterrato in area ed invoca il rigore, ma Gandiolo fa proseguire. Sugli spalti la tensione inizia a salire. Un tifoso, furioso per la mancata assegnazione del penalty, scavalca la rete di protezione dei distinti, ma è subito bloccato dai carabinieri che lo portano all’uscita. Poco dopo, un altro sostenitore granata scavalca la recinzione ed invade il campo. La polizia lo blocca e lo colpisce ripetutamente con i manganelli, provocandogli una vistosa ferita al volto. È la goccia che fa traboccare il vaso.
Il rettangolo di gioco è invaso da moltissimi tifosi infuriati contro la terna arbitrale e le forze dell’ordine. Gandiolo, dopo aver ricevuto un pugno, riesce a rifugiarsi negli spogliatoi insieme ai suoi collaboratori e ai calciatori del Potenza. La polizia cerca di arginare l’invasione con l’intervento di jeep e lacrimogeni, ma ottiene l’effetto opposto: il panico si diffonde sulle tribune, dove i tifosi, con le lacrime agli occhi per i lacrimogeni che hanno reso l’aria irrespirabile, cercano di coprire la bocca e il naso con un fazzoletto. Tra questi c’è anche Giuseppe Plaitano, ex maresciallo di Marina e padre di quattro figli, seduto insieme ad alcuni amici nelle ultime file della tribuna, vicino al settore riservato alla stampa. All’improvviso Plaitano è raggiunto alla tempia da una pallottola vagante sparata da una pistola della polizia. I tempestivi soccorsi sono inutili e per il 48enne salernitano non c’è niente da fare. La tragedia non ferma gli scontri che, anzi trasformano il Vestuti e le strade vicine in un teatro di guerriglia urbana, tra camionette assaltate, auto incendiate e l’autobotte dei vigili del fuoco ribaltata per impedire alla terna arbitrale di lasciare lo stadio a bordo di un’auto mimetizzata. Soltanto a tarda notte, al termine degli incidenti, i calciatori della Salernitana e del Potenza insieme agli arbitri lasciano lo stadio. Il bilancio è di una vittima e 57 feriti, con danni allo stadio che ammontano a circa 20 milioni di lire. Nelle stesse ore anche al San Paolo di Napoli si è registrata un’invasione durante il match di Serie A tra i partenopei e il Modena. L’indomani “Il Mattino” titola: <<Invasioni di campo a Napoli e Salerno>>. La Salernitana subisce la sconfitta a tavolino dal Giudice Sportivo e la squalifica dello stadio Vestuti. Lontano da casa, col morale a pezzi ed estromessi dalla lotta per la promozione, i granata chiudono mestamente la stagione al 4° posto, mentre il Potenza centra la prima storica promozione in Serie B.
I funerali di Giuseppe Plaitano si tengono il 30 aprile presso la chiesa dell’Immacolata in piazza San Francesco, ai quali prendono parte tra gli altri il sindaco di Salerno, Menna, e i dirigenti e calciatori della Salernitana. La folla presente invoca a gran voce giustizia per Plaitano, ma negli anni l’inchiesta è stata archiviata più volte. La famiglia Plaitano, infatti, non ha ricevuto alcun risarcimento economico né morale e tantomeno la verità giuridica. Nel 1978 alcuni tifosi della Salernitana per rendere omaggio alla memoria di Plaitano fondano il gruppo “Ultras Plaitano”.
Di seguito il tabellino della partita tratto dal libro “Salernitana – La Storia” di Giuseppe Fasano:
Salerno, 28-4-1963, Stadio Donato Vestuti.
SALERNITANA-POTENZA 0-2 a tavolino (Sospesa al 79’ per incidenti, 0-1 sul campo)
SALERNITANA: Pezzullo, Fermi, Vergazzola, Vascotto, Scarnicci, Santin, Visentin, Di Paola, Di Virgilio, Baldi, Mazzoni. All. Giunchi.
POTENZA: Masiero,Mascia, Vaini, Quaiattini, Taverna, Degrassi, Gareffa, Viacava, Alessi, Lodi, Rosito. All. Rubino.
Arbitro: Gandiolo di Alessandria.
Rete: 42’ Rosito.