di Giuseppe Barbato
Stamani la Salernitana ha rilasciato, sui propri social, un comunicato in cui annuncia provvedimenti legali contro “contenuti e commenti offensivi e denigratori” a propria tutela. La società non entra nel merito dei singoli commenti o delle strategie legali intraprese, annuncia un atteggiamento intransigente verso chi ha superato i limiti. Inoltre rivolge un appello: “si rivolge un appello ai veri tifosi della Salernitana ad alzare una cortina a difesa dei sani valori etici, sportivi e comportamentali che hanno sempre rappresentato la tifoseria salernitana”. Il comunicato, diffuso alle 10:15, nel giro di pochi minuti ha scatenato commenti e reazioni di diverso tipo. Qual è la lettura da dargli?
Da un lato la tifoseria vive un momento difficile, sconfortata dalla grave situazione di classifica, dall’evidente confusione sul piano progettuale e soffre la distanza del presidente Iervolino che negli ultimi tempi si è allontanato dal club. Inoltre non trova figure a cui aggrapparsi, eccezion fatta per Sabatini o i pochi giocatori che dimostrano piglio carismatico, come Antonio Candreva. Questo sconforto si può declinare in tanti modi, l’importante è non superare certi limiti. La critica è necessaria; la delusione e la rabbia sono sentimenti doverosi: è importante il modo in cui si declina tutto questo. Se qualche tifoso ha superato i limiti la Salernitana ha il dovere di tutelare se stessa e i propri tesserati, anche solo mandando una diffida verso chi ha fatto commenti molto gravi.
Dall’altro bisogna fare grande attenzione a non alimentare certi conflitti, da tutte le parti. La società Salernitana deve migliorare in tal senso, usando chiarezza nel linguaggio e nelle strategie gestionali. La tifoseria di contro deve incanalare bene le forze a disposizione e lo può fare: lo ha dimostrato con i 20mila dell’Arechi contro il Monza, elogiati da tutta la stampa nazionale. Lo dimostrano le mobilitazioni per esserci in massa in due trasferte complicate logisticamente ed economicamente come Udine e Cagliari. Tutto questo mantenendo il diritto di critica: bisogna sempre essere analitici e fare le domande giuste al club. Non è questione di ‘veri tifosi’ ma di come i tifosi partecipano alla vita del club. Ogni giorno e a prescindere dalla categoria. Solo così Salerno può fare quel salto di qualità.