Il calcio è materia opinabile e non esiste una verità assoluta, figuriamoci in una piazza calda come Salerno che vive di eccessi e che ama follemente la sua squadra del cuore. E così ci sta che, dopo uno 0-5 accompagnato dallo sfogo in diretta tv del ds, si parli di allenatore in discussione, calciatori forse sopravvalutati e necessità di investire sul mercato. Ma, a mente fredda e cercando di far prevalere la testa al cuore, non si può disconoscere che la Salernitana sta facendo un grande campionato. Del resto lo dicono i numeri. 13 punti conquistati (e il paragone con l’anno scorso sarebbe quasi irriverente), piazzamento a metà classifica, + 7 sulla zona retrocessione, stessi gol segnati della Roma e un buon ruolino di marcia casalingo, senza dimenticare che questa squadra ha fermato in trasferta Udinese, Bologna e Juventus che, tra le mura amiche, sono osso durissimo per tutti. Aggiungiamo i 4 gol di Dia, le tre gare senza subire gol (nel precedente campionato accadde due volte su 38, appena una in casa) e qualche prestazione di livello assoluto, merito anche dei tantissimi tifosi che garantiscono una spinta in più che può fare la differenza. Tutto è migliorabile, qualche scelta di mercato è stata sbagliata, Nicola non è stato impeccabile e il ko interno col Lecce grida vendetta. Siamo d’accordo. Ma una squadra rivoluzionata, con tanti elementi provenienti da campionati differenti e con una società totalmente nuova nel mondo del calcio cresce anche con il 5-0 di Reggio Emilia o quel quarto d’ora finale da brividi allo Stadium. Di base c’è un grandissimo progetto tecnico, la solidità del club e una classifica che obbliga ad essere fiduciosi. Se a Salerno ci lamentiamo, che dovrebbero dire a Verona, Bologna e Firenze?

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