Buona la prima, recita un adagio dello scorso millennio. Ma non è sempre così. La prima in casa della Salernitana in A – quella di domenica con la Roma di Mourinho – ha registrato un primo clamoroso flop. Non certo per il numero di biglietti venduti il primo ed unico giorno di prevendita online (15.500 tagliandi bruciati in poche ore), ma per le modalità di acquisto, a dir poco selvagge e senza controllo, cui sono costretti a sottostare i tantissimi salernitani (e non) che vogliono assistere alle partite in casa della squadra di Castori.

Il flop è presto detto. Basta leggere le centinaia (se non migliaia) di commenti di quei tifosi rimasti senza biglietto, non di certo per negligenza ma per una serie infinita di disservizi telematici che rendono l’acquisto del ticket quasi una estrazione della lotteria di Capodanno. Solo i più fortunati ci riescono. Gli altri – anche se hanno alle spalle un passato da fedelissimi delle gradinate dello stadio – se la prendono in saccoccia, come direbbero i tifosi romanisti.

Il flop è anche il non aver considerato uno spazio di prelazione per i vecchi abbonati, per coloro i quali ci sono sempre stati, anche quando le cose andavano male, quando non c’erano i palloni e cose simili. Ecco, consentire a questi “portatori sani” di fede granata di poter avere la chance di acquistare un biglietto sarebbe atto dovuto e di rispetto. Ma non è stato previsto, almeno fino ad oggi.

Al netto delle normative Covid, la vendita online dei biglietti esclude di fatto le prevendite. E dunque anche quei tifosi che non sono bravi e pratici di tastiere e web, magari con qualche capello bianco sulla testa, si vedono “discriminati”. Ed allora, visto che la prima non è andata bene per questi motivi, il tempo per porre rimedio c’è. Lo si faccia, già a partire dalla prossima in casa. Lo si faccia per Salerno e per i salernitani. Prelazione per i vecchi abbonati, prevendite operative e un servizio online migliorato e senza bug. Basta poco.

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