di Giuseppe Barbato
I giocatori della Salernitana tornano a far sentire la loro voce: facendo una rassegna stampa degli ultimi giorni, tra media nazionali e locali, si trovano tante interviste ai giocatori granata. La scelta di chi mandare davanti a microfoni e taccuini non sembra casuale. Il primo a parlare è stato Federico Fazio, capitano designato a inizio stagione; poi Gyomber, il più anziano come permanenza in granata, e Candreva, attuale capitano e unico punto fermo in questo periodo; infine Maggiore, pronto a tornare in campo. A parte Candreva tutti giocatori assenti da tempo. A parte Maggiore, che si è visto poco, tutti hanno portato la fascia da capitano in questa stagione. Tutti e quattro riconosciuti dai tifosi come riferimenti tecnici, tattici e caratteriali.
La loro assenza, insieme a quella di Bohinen in mediana, pesa nel calo di rendimento della Salernitana. Ognuno rappresenta uno degli elementi portanti dello spogliatoio: quei pretoriani da cui Paulo Sousa sta partendo per ricostruire la squadra. Anche queste interviste sembrano rispondere a una strategia del mister: “tornate a farvi vedere, fate capire alla gente che ci siete. Hanno bisogno di sentirvi per tornare a trascinarci”. Non è solo la nuda presenza, ciò che si nota è anche il tono delle risposte e il contesto che ne viene fuori. Fazio ha fatto autocritica ammettendo le difficoltà, a tutti i livelli. Gyomber ha ribadito, con la frase degli ’11 capitani’, che solo col sostegno reciproco si raggiungono gli obiettivi. Candreva ha spronato il pubblico, comprendendo i malumori dell’Arechi. Maggiore ha espresso la voglia di tornare a essere quel calciatore che, con le sue doti, può guardare anche all’azzurro della Nazionale.
C’è un quinto giocatore che ha parlato in questi giorni: è Pako Mazzocchi. Lo ha fatto con un lungo post sui profili social. Anche lui corrisponde agli identikit tracciati prima: ha indossato la fascia, manca da tempo, i tifosi si riconoscono in lui. Anche le parole corrispondono, nel tono e nello spirito: ritrovare unità, fare i conti con cosa non va volgendo il presente verso lidi sicuri. Per tornare a esultare insieme. I pretoriani hanno lanciato il sasso nello stagno: sta a tutte le componenti cogliere il messaggio per raggiungere quell’approdo chiamato salvezza. Ancora una volta, ancora insieme.