C’è chi pensa sia un problema di atteggiamento, chi di impostazione tattica. La risposta l’ha data ieri Paulo Sousa quando, sorridendo, ha detto quanto segue: “Quando sono arrivato a Salerno mi avete fatto subito una domanda sui calci piazzati e avete notato che c’era grande sofferenza marcando a uomo. Io imposto la squadra a zona e ora mi fate notare le stesse cose. Personalmente vedo dei miglioramenti, è chiaro che dobbiamo continuare a lavorare”. Tradotto: se a uomo e a zona, con Nicola e Sousa, i risultati non cambiano è evidente sia un problema di interpreti. Perchè, ad ora, solo Fazio (una riserva) è calciatore che si fa rispettare nel gioco aereo sulle palle inattive. I numeri non mentono: la Salernitana soffre nel gioco aereo, ha già subito tre reti in 5 gare su calcio d’angolo e ha giocatori che soffrono la fisicità degli avversari. E Pirola, bravo negli anticipi, palesa invece tanti limiti in marcatura e spesso si fa sorprendere fuori posizione.
A questo punto è ancora più evidente che sia stato un errore non intervenire in estate colmando una lacuna cronica, che contraddistingue la Salernitana da oltre un anno. C’è chi punta il dito su Ochoa, uno che anche ieri ha salvato i granata dallo 0-2 e che ha nascosto ulteriori limiti della retroguardia in questi mesi evitando che i gol al passivo fossero di più. E’ vero che non esce, ma rientra in una precisa strategia. Perchè il portierone messicano, consapevole di non essere altissimo, sfrutta la sua esplosività tra i pali e fa affidamento a quei riflessi felini che lo rendono forse il migliore della storia della Salernitana. “Anche in questo caso stiamo lavorando” ha detto Sousa “lui è molto esplosivo e reattivo, ci sono delle situazioni specifiche che richiedono qualcosina di diverso ma sono certo che vedremo passi in avanti già dalla prossima gara”.