di Giuseppe Barbato

Tanta miseria, poca nobiltà: questa è la sintesi del 2° turno di campionato nel quale sono segnati 13 gol di cui 2 da parte di squadre in trasferta, record negativo nella Serie A da quando sono tornati i tre punti, con un solo gol di un calciatore italiano (record negativo nella storia del calcio italiano). Ben quattro pareggi a occhiali, compreso quello della Salernitana, contraddistinguono questo turno. Gli altri tre riguardano le due torinesi e il derby toscano. Partiamo da Empoli dove i locali tra espulsioni e infortuni chiudono in 9 e resistono all’assalto della Fiorentina che però, complice anche il doppio impegno europeo, non ha le forze per chiuderla. Torino-Lazio è una sfida tra due scuole peculiari di calcio: Juric contro Sarri. Le due squadre sostanzialmente si annullano e solo con due recuperi palla alto la Lazio crea delle chance per Immobile ma Vanja Milinkovic-Savic è attento. A Marassi, nel posticipo serale, la Juve torna sui propri passi: poche idee e persone scollate tra loro. Un dato per tutti: Vlahovic tocca 9 palloni in tutta la partita, di cui solo due nell’area di rigore avversaria (in occasione del gol annullato a Rabiot). La Samp si limita al compitino e conquista un buon punto che sblocca la sua classifica.

Morale? In testa a punteggio pieno ci sono Inter, Napoli e Roma. I nero-azzurri battono 3-0 lo Spezia a San Siro. Vittoria severa per gli uomini di Gotti che affrontano la gara col giusto ordine ma contro le affinità della coppia Lukaku-Lautaro c’è poco da fare: sponda del belga e gran sinistro dell’argentino per sbloccare il match. Nella ripresa Calhanoglu e Correa chiudono il conto. Il Napoli serve il poker al Monza ed è il gran giorno di Kvaratshelia: doppietta di gran classe del georgiano che segna di destro e sinistro con la stessa naturalezza. Gli altri due gol sono di Osimhen, gran saggio di potenza su Ranocchia che poi uscirà vittima di un grave infortunio, e Kim, al suo primo centro italiano. Il Monza di Stroppa esce con le ossa rotte e la sensazione di non essere quella corazzata descritta da tanti. La Roma replica il match di Salerno: domina, ha tante occasioni ma segna su quella meno scontata. È Smalling a decidere il match e Mourinho si prende altri tre punti, di contro la Cremonese di Alvini continua a stupire in positivo: la squadra c’è, ha le idee chiarissime e nei primi 180° ha scontato la tassa dell’esordiente. In casa e contro avversarie alla portata sarà altra storia.

Gli unici gol “in trasferta” li hanno segnati Bennacer e Henry, rispettivamente contro Atalanta e Bologna. Due pareggi per 1-1 che accontentano tutti, a questo punto della stagione non si buttano. A Bergamo è un match vibrante, equilibrato e tra due squadre che stanno prendendo le misure. Malinovskyi porta in vantaggio i suoi, chiudendo così una settimana molto turbolenta e un primo tempo ben giocato dagli uomini di Gasperini. Nella ripresa il Milan trova nuova linfa dalla panchina e il gol dell’algerino è il giusto premio per quanto offerto nella ripresa. Al Dall’Ara Bologna e Verona si prendono il primo punto della stagione aggrappandosi ai loro centravanti: Arnautovic sblocca il risultato, chiudendo un’azione semplice e in verticale; Thomas Henry si conferma signore dei cieli segnando il secondo gol di testa su due partite.

Concludiamo con l’unico gol italiano del weekend. Lo segna Mimmo Berardi, al volo da fuori area di sinistro. Una gemma per forza e coordinazione: per decidere Sassuolo-Lecce basta e avanza. Il match ha poco da dire, entrambe le squadre sono ancora lontane dal loro meglio e i salentini, per quanto generosi, sono spuntati e il solo Ceesay, l’unico ad avere le idee chiare nell’area avversaria, non può bastare.

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