Per qualcuno sono “undici uomini in mutande che corrono dietro ad un pallone”, per altri è una “palla che va in una rete”. Ed effettivamente è difficile da spiegare in modo razionale come possa, una squadra di calcio, riuscire a regalare emozioni e sensazioni così forti. Per qualcuno è una passione della domenica, per tanti altri è un motivo di vita. Un qualcosa da studiare a livello sociologico. A Salerno, in particolare, c’è una passione talmente forte per i colori granata che l’Arechi è uno dei pochi stadi d’Europa dove la componente “dodicesimo uomo” incide sul risultato, sulla classifica, sul raggiungimento degli obiettivi. Ripensiamo ancora con emozione a tutta la passata stagione, quando una squadra di calcio appena promossa in A dopo 23 anni si ritrovava gestita da banche, generali e trustee umiliata sul campo da quasi tutte le avversarie. Ciononostante erano in 5-6mila, ovunque, a cantare con amore smisurato, con un senso d’appartenenza che lasciava a bocca aperta curve abituate a palcoscenici internazionali. Per non parlare dell’orgoglio popolare che spinse migliaia e migliaia di persone a scommettere sull’oramai famoso 7%. Dall’ultimo posto a -12 ad una rimonta che riempirà le pagine di storia, con la Salernitana a rialzare la testa sul campo e un pubblico a spingere il pallone nella porta avversaria.
Bene ha fatto, dunque, il Comune di Capaccio ad organizzare un evento a tema denominato “Senza tempo, senza fine: la Salernitana”, tre ore a tinte granata in cui interverranno non solo vecchie glorie e attuali rappresentanti dell’attuale società ma anche giornalisti, avvocati e professionisti che si soffermeranno su questo smisurato e irrazionale sentimento, su questa passione che, dal 1919 ad oggi, si tramanda di padre in figlio. Una storia, quella della Bersagliera, raccontata non dal punto di vista tecnico, tattico o statistico ma con gli occhi del tifoso. Di chi esce dalla sala operatoria e chiede “Ma l’abbiamo preso l’attaccante?”, di chi ha vissuto gli ultimi minuti di Venezia-Cagliari nel piazzale dei distinti piangendo a diritto, di chi si commuove alla sola vista di un cavalluccio marino. Perchè la Salernitana, per i salernitani e per la sua provincia, è identità, tradizione, famiglia, aggregazione, spesso anche solidarietà. Un evento straordinariamente bello, fortemente voluto da Antonio Di Filippo che è presidente del Comitato Cittadino. Prevista l’esibizione della Scuola di Danza “Ballert Art” di Simona Dipierri nonchè la proiezione di un docufilm intitolato “L’anima scelse di nascere salernitana”. Appuntamento al prossimo 25 agosto alle ore 20:30 per una emozione tutta granata, la nostra redazione sposa in pieno e con orgoglio questa iniziativa dichiarandosi pronta a fornire tutto il sostegno necessario. Perchè le cose fatte bene meritano l’appoggio di tutti. Soprattutto se riguardano la Salernitana.