In attesa che la società piazzi qualche colpo in entrata, la piazza di Salerno sta rispondendo alla grande. In centinaia hanno assistito alla prima settimana di lavoro a Rivisondoli (sotto questo aspetto siamo in disaccordo con la scelta di disputare alcune sedute a porte chiuse), in 8200 hanno sottoscritto l’abbonamento pur con tantissimi disagi e problemi organizzativi, in migliaia saranno a Roma per l’esordio e immaginiamo un Arechi da brividi con l’Udinese, pronto a proporre la scenografia originariamente prevista a maggio e poi rinviata in segno di rispetto per le vittime dell’Emilia Romagna. Proprio per questo fa rabbia che la curva Nord sarà ancora chiusa. Col “porta un amico” e con la possibilità di prevedere sconti per famiglie, studenti, scuole calcio, bambini, donne e famiglie avremmo potuto contare su un colpo d’occhio d’eccezione, quasi come ai tempi del 98-99. Una base di almeno 15mila abbonati e un Arechi dodicesimo uomo per davvero, capace di fare la differenza. E invece promesse non mantenute, demagogia, scaricabarile all’italiana e un presidente che era pronto a investire di tasca propria ma che è stato scoraggiato dai soliti noti che, oggi, prenderebbero molti meno voti a Salerno. Gente che aveva già penalizzato la crescita della squadra e che godeva di stima a prescindere, oltre i reali meriti. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. 

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