Stamattina mi sono svegliato con un’idea pressante nella testa. E’ da un po’ che ci penso. Ora è il momento di dirla tutta, senza se e senza ma. Questa Salernitana – quella targata Iervolino & company – non deve giustificarsi con nessuno. Specie con quei “professori di mandolino” che fino all’altro giorno non avevano altra occupazione se non quella di strimpellare melodie stonate alla corte del “reuccio” laziale. Questa Salernitana è una signora squadra. Sia ben chiaro: tutto è perfettibile in questo mondo, ma questa Salernitana ha un’ossatura da squadra vera, ha un tecnico “vero”, ha una dirigenza “vera ed autentica”. Insomma gli ingredienti per fare bene ci sono tutti. Ed allora è giusto anche che questa Salernitana “cacci” via le streghe, o meglio, gli stregoni di corte. No, i cugini del Sannio non c’entrano nulla. Gli stregoni sono rappresentati da quelle minuscole minoranze che – a discapito dell’uso di un italiano corretto – impaginano e diffondono con vari strumenti, litanie a dir poco ammorbanti, pretendendo di avere il dono della verità e del verbo assoluto. Cacciare via questi stregoni è la migliore medicina, così come avere attenzione per come vanno le cose nello spogliatoio, accogliere le critiche sane e fatte senza retropensieri, continuare a lavorare per il bene di questa maglia. Sarà difficile lo so. Ma non impossibile. Ed una volta cacciati gli stregoni, ci si potrà dedicare unicamente alla rincorsa dei sogni, restando però con i piedi ben saldi alla terra. Già perchè non possiamo inseguire chimere come farebbe qualsiasi tifoso innamorato perso della propria squadra. Dobbiamo invece rincorrere il sogno più importante – almeno in questa stagione – che è e resta la salvezza. Magari conquistata con anticipo per non rischiare l’ennesimo ricovero al pronto soccorso, magari riuscendo pure a toglierci qualche soddisfazione. Insomma la salvezza. E dalla gara di domenica contro l’Inter non attendiamoci l’impossibile, ma il possibile, ossia il frutto del lavoro di mister Nicola e dei suoi ragazzi. Sosteniamola sempre e comunque come sappiamo fare. Del resto… come diceva il poeta… “t’amerei anche se vincessi”!

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