“Chi combatte può morire, chi fugge resta vivo… almeno per un po'”. Lo striscione – diventato di recente una bellissima sciarpa ultras da collezione – apparso a San Siro in occasione di Inter-Salernitana del torneo 1998/99 è un imperativo mai desueto. Anzi, è proprio il grido di battaglia che il diesse Sabatini avrà lanciato ai suoi “legionari” in maglia granata prima di scendere nell’arena ligure. Mancano poche ore alla sfida di Marassi contro i rossoblù genoani – anche loro impelagati nei bassifondi paludosi della classicifica di A – e la tensione e l’adrenalina in casa Salernitana sono a mille. Scortata da 1033 cuori granata, la squadra di Stefano Colantuono ha a disposizione – molto probabilmente – l’ultimo “ticket” per continuare a sperare in una rincorsa salvezza. Solo la vittoria potrebbe innescare quel meccanismo virtuoso di risalita delle posizioni in classifica, potendo – magari – sfruttare anche le due gare da recuperare (facciamo i debiti scongiuri) contro Udinese e Venezia. Chissà. Intanto ci sono 90 minuti e passa che definire infernali è un eufemismo. La bolgia in campo sarà totale, tutti saranno pronti ad azzannare l’avversario ed ognuno dei calciatori granata è chiamato a sudare la maglia fino allo sfinimento. Non si fanno prigionieri in questa battaglia. O dentro o fuori. E che guerra sia!
E’ l’ora della svolta: a Genova per lottare e continuare a sperare
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