Phil Masinga, l’airone sudafricano della salvezza conquistata contro il Castel di Sangro nel torneo 1996-97, ha salutato tutti esattamente un anno fa. Lo fece in silenzio, a 49 anni, dopo un lungo calvario di ospedali. Ad un anno di distanza, sono molti in giro per l’Italia a ricordare un atleta esemplare, un professionista di altri tempi. Anche a Salerno dove tanti hanno nel cuore la sua zampata nel finale di gara contro gli abruzzesi.

La carriera in Italia di Masinga

Masinga fu portato in Italia dalla Salernitana, che lo aveva prelevato dagli svizzeri del San Gallo. Dopo pochi mesi, nell’estate 1997, passò al Bari guidato da Eugenio Fascetti. E lì si rivelò un attaccante all’altezza del calcio italiano. Venti reti nelle prime due stagioni, concluse con altrettante salvezze dei biancorossi, tutte su azione. Ben quattro all’Inter di Ronaldo, battuta a San Siro sia il 18 gennaio (1-0) che il 1° novembre 1998 (3-2) e poi a Bari il 10 maggio 1998 (2-1) quando i nerazzurri dopo l’iniziale vantaggio del “fenomeno” subirono la rimonta di Ventola e proprio Masinga, complice la notizia dagli altri campi della Juventus neo Campione d’Italia. Soltanto quattro reti nelle ultime due stagioni coi pugliesi per il sudafricano scandite da una serie di infortuni che ne limitarono impiego e rendimento. Poi l’eremo finale in Arabia Saudita.

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