di Giuseppe Barbato

Ieri sera è giunto a Salerno Dylan Bronn, difensore franco-tunisino che da domani apporrà le firme sul contratto che lo legheranno a una nuova maglia granata per le prossime stagioni. Infatti anche il Metz, la squadra di provenienza, veste il colore che fa sempre rabbrividire ed è il secondo difensore che compie il passaggio da Metz a Salerno: il primo fu, nel 1998, Rigobert Song. Anche Bronn è un perno difensivo della propria nazionale, nel suo caso la Tunisia, ma i punti in comune per ora si fermano qui.

Diligenza e duttilità, con una sorpresa

Dylan Bronn è il classico giocatore che, a questo punto della carriera, deve scegliere se mantenersi a un certo livello oppure andare in caduta libera. A 27 anni, dopo gli anni al Gent, non ha fatto quel salto di qualità che qualcuno si aspettava ma ha dimostrato di saperci stare in un certo calcio. Lo scorso campionato, che al Metz è costato la Ligue 1, è frutto più di limiti offensivi (solo 35 gol segnati) e anche quando la barca è affondata ha saputo distinguersi con prestazioni diligenti: nell’ultima partita, persa 5-0 contro il PSG, è stato l’unico a dare segnali positivi. Non è un difensore da grandi picchi, da giornata in cui sembra imprendibile, ma non è nemmeno uno che compie errori marchiani: in una Salernitana piena di cerotti un giocatore così fa solo bene. Dal punto di vista della posizione è perfetto per il calcio di Nicola: predilige la posizione di braccetto destro, in una difesa a 3 (quindi al posto di Lovato), e nel corso degli anni ha giocato sia da terzino destro sia da centrale di una difesa a 4. Bronn ha buonissime doti sul passaggio, in particolare sul lancio lungo dove ha delle buonissime percentuali (65% di riusciti sui passaggi oltre i 30 metri). Ciò garantisce sia lo sviluppo attraverso un cambio gioco sia un lancio verticale con dei giocatori pronti ad attaccare la profondità. La sua capacità di giocare sia a tre sia a quattro, oltre a quella di occupare diverse posizioni, consente un adattamento posizionale nel corso del match che si rivelerà necessario e potrebbe garantire quella costruzione che Nicola predilige.

Bronn possiede anche una qualità insospettabile per un centrale difensivo: l’abilità di tirare dalla lunga distanza non appena ha occasione. Non è un difensore che si sgancia spesso, predilige più il passaggio che la conduzione palla, ma quando lo fa e spazio davanti a sé tenta il tiro: non sempre centra lo specchio ma quando lo fa sono tiri insidiosi e non banali.

Affinità-divergenze fra il compagno Bronn e noi

Cosa intendo con quel ‘noi’? Mi riferisco a un ex-compagno, quel Kiki Kouyate a lungo cercato dalla Salernitana, e a un nuovo compagno, Matteo Lovato del quale dovrà occupare il posto fino al rientro in squadra. Analizzando le statistiche degli ultimi due campionati si nota come dei tre è Kouyate a raggiungere determinati picchi di rendimento, soprattutto per quanto riguarda i duelli in mezzo al campo (17 di media a partita, con una percentuale di successi del 68% e punte del 75% sui duelli aerei) e degli intercetti (10 a partita, quasi il doppio degli altri). Bronn invece si segnala per le doti di passaggio, come quantità e qualità degli stessi (44 di media e una percentuale di riusciti dell’86%, oltre a un 45% di percentuale sui cross), e sulla capacità di fornire un passaggio chiave (0,20 a partita, meglio degli altri due messi insieme). Ciò lo porta anche a perdere più palloni, per ragioni comprensibili: qui è Lovato a prevalere, con solo 2,3 palloni persi a gara di cui 0,87 nella propria metà campo. Il centrale patavino si segnala anche per un pallone recuperato di media a partita nella metà campo avversaria, qualità necessaria per una squadra che dovrà giocare con un baricentro più alto e sfruttare meglio il recupero palla. In ogni caso le caratteristiche e i numeri mostrano come Bronn abbia tutte le qualità per compensare l’assenza di Lovato e avere, nel corso della stagione, una coppia di sicura affidabilità.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui