Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi… emozioni! E’ tosta da spiegare ai neofiti o chi semplicemente reputa il calcio un volgare passatempo senza senso. Tosta assai spiegare che di domenica mattina, mentre uno se ne potrebbe stare comodamente a casa, per prepararsi alla classica passeggiata festiva o gita fuori porta, c’è invece chi preferisce afferrare la propria sciarpetta d’ordinanza e filare diritto verso l’Arechi.

Non spaventatevi, succede a Salerno. E succede perchè c’è chi ama perdersi nella propria isola che non c’è, nel proprio eremo dell’anima, dove provare a staccare la spina della quotidianità e immergersi in una realtà quasi onirica. La passione per il calcio è dura da spiegare. Ma bastava guardare questa mattina gli occhi dei tanti bambini presenti sulle gradinate della Sud dell’Arechi per far venire i brividi anche agli scettici più agnostici.

Su quelle gradinate stamattina c’erano 2000 e passa tifosi persi di quella maglia che è un’ossessione bonaria, un virus contagioso. Siamo alla vigilia della sfida al Bentegodi e per chi è di Salerno non può essere una partita come le altre. Non ci sono solo i 3 punti in palio, non c’è solo una sfida salvezza da cui uscire necessariamente indenni, c’è anche il blasone di un “derby” Nord-Sud che da decenni è nei pensieri di ogni salernitano. Tutto inizia negli anni ’90, con l’armata di Delio Rossi per arrivare fino ad oggi.

Oggi ci sono i ragazzi di Davide Nicola ed a loro quella curva ha chiesto a gran voce una cosa sola: noi vogliamo questa vittoria! Senza se e senza ma. Onoriamo tutti insieme la casacca!

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