Non si cede un solo metro è una frase che dice tanto. E’ una presa di posizione di fronte al torto che Salerno calcistica ha subito dalle istituzioni del calcio e non solo. Una città calpestata il cui grido di sofferenza sembra non essere arrivato alle orecchie di chi poteva e doveva farsi sentire per dire con forza che Salerno non ci stava a passare come vittima sacrificale di fronte agli interessi del palazzo. Purtroppo però questo messaggio non c’è stato. I tifosi sono stati lasciati soli a dissentire e dire “Noi NON ci stiamo”. Come è andata lo sappiamo tutti. Al danno la beffa con la fuoriuscita del direttivo ultras dal progetto di un unico pensiero di curva sud. Si sa che l’unione fa la forza e la speranza e che si trovi un punto di equilibrio affinchè si remi tutti nella stessa direzione per il bene della curva in primis, così ne beneficeranno squadra e città. La gara di ieri ha visto il Direttivo ultras posizionato al piano superiore della curva. Il tifo della curva è comunque stato compatto, nonostante fosse una gara amichevole del dieci di agosto, e questo è un segnale positivo. Giusto onorare sul piano del tifo la gara soprattutto per la presenza dei fratelli reggini. Un legame, quello con Reggio Calabria, che ritengo forte e indissolubile con una città che ci ha sempre dimostrato amicizia e fraternità e che ha tramandato con orgoglio alle sue nuove generazioni l’importanza di Reggio e Salerno Fratellanza Ultras. Qualche parola poi sulla partita. Essendo una gara dei primi di agosto non fa testo dal punto di vista tecnico. Giocatori appesantiti dal lavoro fatto in ritiro con diversi elementi aggregatisi da poco. Schemi dell’allenatore da assimilare ancora bene e da provare anche con gli ultimi arrivati. Si è visto qualche giocatore più pimpante e qualcuno meno ma ci sta. La voglia è sembrata esserci e questo è un elemento che soprattutto in serie C farà la differenza. Attendiamo con fiducia quale sarà il responso del campo. Siamo certi che, come sempre, la squadra non sarà lasciata sola da una tifoseria che nonostante la doppia retrocessione resta, a detta della maggior parte degli sportivi italiani, di serie A.

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