Di Umberto Adinolfi

Se non fosse per il gran caldo di agosto, potremmo tranquillamente parlare di temperature bollenti a Salerno. La colonnina di mercurio è schizzata in alto alla notizia dell’ingaggio di Castori, quasi una febbre virale, tropicale. Ma non si tratta però di entusiasmo, bensì di rabbia. Quella vera, di pancia, di cuore. Quella della gente di Salerno che assiste inerme a questi giorni fatti di silenzi, dopo la penosa chiusura dello scorso campionato, intervallati solo dalla news del neo tecnico. Parliamoci chiaro, la lunga serie di mancati risultati rispetto alle promesse fatte (con tanto di comunicati stampa) é sotto gli occhi di tutti. Nonostante questo la società ha riconfermato il direttore sportivo, esonerando il solo Ventura. E oggi, con Castori sulla panchina, la mobilitazione dei tifosi sembra essere molto vicina a mutare in tsunami, con ovvie conseguenze negative per tutti. Se dovesse essere confermato il boicottaggio degli abbonamenti e del merchandising, oltre che degli abbonamenti TV, allora si che il danno sarebbe ingente. Soprattutto per un motivo: con tutti questi mancati incassi la società potrebbe tranquillamente scaricare sui tifosi le responsabilità dei futuri campionati, adducendo il fatto che in una piazza ostile non si possa fare calcio. Attenti dunque a pensare che con tali azioni di protesta si possano risolvere i problemi della Salernitana. Rispettabili sono le opinioni, specie quelle di chi soffre davvero per la maglia Granata, ma chissà se davvero l’effetto prodotto sarebbe utile alla causa. Intanto la società continua nel suo silenzio, scelta non condivisibile se considerata la peculiarità della piazza DI Salerno. È probabile che ci troviamo di fronte al classico punto di non ritorno. Un bivio che dovrebbe indurre la proprietà a scelte importanti e progetti seri e ambiziosi, altrimenti si rischia davvero il crack della passione. Meditate!

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