di Vanni Vignes
La Salernitana batte il Trapani e vola in classifica. Tutto come previsto, o quasi. Nel senso che sia l’ atteggiamento tattico, che le difficoltà granata nonché il risultato, erano ampiamente preventivabili e del resto le avevamo in un certo senso analizzate prima del match di lunedì sera. Ma qui al bar dello sport però, siamo comunque rimasti sorpresi, al termine dei novanta minuti. Una sorpresa che deve dare un segnale se non di allarme, quantomeno di attenzione. La Salernitana è una squadra nel senso più ampio della sua accezione. Ha idee, un signor allenatore, ha fisicità, alcune ottime individualità, spirito di sacrificio e “fame”, elemento quest’ ultimo imprescindibile per chi vuole essere protagonista nella vita e nel calcio in particolare. Il campanello però che ci sta facendo riflettere è rappresentato dalla facilità con cui la squadra è andata in sofferenza, nonostante l’ avversario avesse ben poche armi dalla sua parte. Oltre a tanta buona volontà e ad una sapiente organizzazione messa in campo da Castori il Trapani ha fatto poco altro. Ma questo è bastato per mandare in crisi i granata ed ai punti i siciliani avrebbero meritato il pareggio. Sarebbe miope e probabilmente autolesionistico, liquidare la pratica affermando che le grandi squadre vincono anche partite che non meriterebbero. E’ vero, per carità. Ma le grandi squadre cercano di capire perchè e per come sono andate in difficoltà, per far si che situazioni del genere non si ripresentino. Qui al bar stiamo quindi cercando le risposte, dall’ alto della nostra esperienza di luppoli e miscele arabiche, ed un’ idea a dire il vero, ce la siamo fatta. Tatticamente Castori ha stravolto la sua squadra andando a limitare l’ ossigeno alle fonti di gioco granata. Dopo i primi 15 minuti in cui a 4 cercavano di aggredire alti provando ad ostacolare la costruzione da dietro, operazione che falliva sistematicamente grazie al maggior tasso tecnico dei granata, il trainer siciliano ha immediatamente cambiato spartito. Anche perchè i padroni di casa sono immediatamente passati in vantaggio. Piszczek è arretrato sulla linea dei mediani, Pettinari ha ricevuto compiti di prima marcatura solo centrale ma senza intensità, per mantenerlo il più pimpante possibile in caso di eventuali ripartenze e soprattutto, Castori ha puntato su raddoppi sistematici sui veri pericoli granata: Gondo, Cicerelli e Lombardi. Castori ha preferito lasciare più spazio a Djuric anziché provare a limitare la principale bocca di fuoco granata. Del resto, il bosniaco non è un fulmine di guerra, non è tipo da “andare in porta da solo” e la sua pericolosità si moltiplica esponenzialmente quando viene servito dai lati. Per questo il lungagnone granata ha spadroneggiato nella prima frazione prendendole praticamente tutte nella tre quarti ospite. E le prendeva proprio perchè aveva maggior spazio innanzitutto, ma anche e soprattutto perchè a differenza delle ultime uscite, i granata non avevano gli spazi per entrare palla al piede ne con i mediani ne con gli esterni, sempre alle prese con 2 avversari ed erano quindi costretti a cercarlo alto, in continuazione. Le due linee da 4 e 5 molto strette, avevano vita facile a recuperare quasi tutte le spizzate mentre i due esterni granata si sfiancavano a caccia della ricerca di una superiorità numerica dopo aver vinto un duello. Eccola la chiave di lettura. Più spazio a chi ti crea meno problemi cercando di far “spompare” gli altri limitandone gli spazi. Poi l’ ultima mezz’ ora è figlia di questo spartito. Con lo spreco di energie profuse che ha avuto la meglio e la stanchezza granata che ha consegnato il campo agli ospiti tanto da far sembrare il 38enne Evacuo un’ anguilla sgusciante. Castori ha visto lungo, chapeaux. Qui nasce la nostra preoccupazione. Con squadre in grado fisicamente di supportare tale dispendio fisico, Ventura deve studiare contromosse adeguate. La soluzione più semplice, a carte in tavola, sarebbe stato giocare a 3 punte allargando il campo per creare uno contro uno oppure, in caso di coperture adeguate, inevitabili spazi centrali in cui infilarsi. Ma questo è semplice a posteriori. A squadre già in campo bisognerà pensare diversamente, e sarà interessante capire come Ventura valuterà di intervenire in caso di riproposizione di questo spartito.