A distanza di diverse ore dalla partita di ieri, il dibattito è sempre aperto: due punti persi o un punto guadagnato? C’è chi ritiene che pareggiare fuori casa senza subire gol a cospetto di un avversario vivissimo sia assolutamente positivo, chi invece pensa che la Salernitana abbia badato anzitutto a non prenderle contro una Samp generosa, aggressiva, ma tecnicamente inferiore e priva di 4-5 titolari. La verità, come sempre, sta nel mezzo ma riteniamo che la gestione di Paulo Sousa, ancora una volta, sia stata intelligente e lungimirante. Il tecnico ha avuto un approccio importante con la squadra, abbinando la volontà di trasmettere idee e concetti del tutto diversi dal suo predecessore alla necessità di fare punti ed essere concreti. La strategia era chiara: coprire bene gli spazi, presentare una squadra corta e pronta alla battaglia sportiva e approfittare del calo fisico degli avversari inserendo gradualmente gente fresca e di qualità. Non perdere era fondamentale, soprattutto alla vigilia di due gare complicatissime e dopo un secco 3-0 che non andava vanificato. E, in fondo, se Candreva al 13′ la butta dentro esce fuori tutta un’altra gara. 

Siamo certi che l‘abulica Salernitana di Nicola, allenatore monotematico e ormai “scarico”, avrebbe retto l’urto di una Samp aggressiva, fatta di undici combattenti e spinta da uno stadio stupendo? Ieri abbiamo visto i calciatori lottare su tutti i palloni, correre per rimediare agli errori di un compagno, provarci comunque fino alla fine. Senza sbilanciarsi, ma chiudendo con Dia e Piatek davanti e gente comunque dai piedi buoni come Bohinen, Maggiore e Mazzocchi. Le spiegazioni fornite in sala stampa, lontane anni luce dalla filosofia e dalla difesa ad oltranza di prestazioni pessime, fanno capire quanto Sousa abbia capito come gestire la squadra: “So che Bohinen è un giocatore di qualità, ma ora devo fare punti e non posso permettermi di giocare con un solo interdittore davanti la difesa. Soprattutto contro squadre come la Samp che viaggiano a ritmi alti e che non ti fanno palleggiare a causa di un pressing incredibile per 90 minuti. Non sto sacrificando la qualità, mi sto adattando al momento”. E di fatti, dopo l’uscita di Crnjgoi, la Salernitana ha iniziato a soffrire, a perdere riferimenti, ad allungarsi. A nostro avviso è stata fatta la partita che si doveva fare, con 4-5 occasioni comunque importanti e un Ochoa quasi inoperoso. In due settimane (con 4 punti conquistati e due gare senza subire reti) non si poteva chiedere di più, d’altronde il vantaggio sulla terzultima è di nuovo aumentato a 7 lunghezze.

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