di Giuseppe Barbato

Vincono solo nella parte alta della classifica… o quasi. Questa è la sintesi del 16° turno, nel quale sono stati segnati 38 gol in una tendenza all’aumento delle reti segnate che avvicina la Serie A alla Bundesliga o alla Liga spagnola di qualche anno fa.


È interessante partire da quel quasi, rappresentato dalla quota 23 di metà classifica dove gravitano Hellas ed Empoli. Due squadre che, sulla carta, avrebbero dovuto sudare la salvezza, soprattutto gli scaligeri dopo le prime tre giornate, e ora sono tranquilli, con uno sguardo all’alta classifica. Il Verona si supera e firma un’impresa nel derby veneto a Venezia: sotto 3-0 dopo 25 minuti gli scaligeri partono di slancio nella ripresa e rimontano ma a fare la differenza è il rosso diretto a Ceccaroni al 62° che rende più facile il compito. L’Empoli, che batte 3-1 l’Udinese al Castellani, costruisce la propria rimonta nella ripresa dopo il gol di Deulofeu nella prima frazione. Nella prestazione azzurra si segnalano tanti singoli: Stojanovic, al primo gol italiano, Viti, classe 2002 che conferma le aspettative su di lui, e Pinamonti che in Toscana si sta rilanciando dopo annate in chiaroscuro.


Le uniche sconfitte di squadre nella parte sinistra della classifica sono causate da scontri diretti. Per esempio il Bologna che perde il derby dell’Appennino contro la Fiorentina. Match equilibrato dove a fare la differenza è stato l’atteggiamento viola, pro-attivo anche in fase di non possesso, e il primo quarto d’ora del secondo tempo, subito indirizzato col gol del momentaneo 2-1 di Biraghi. Poi c’è il Napoli, anche in questo caso si registra un 2-3 casalingo che premia l’Atalanta e la capacità degli uomini di Gasperini di giocare a tutto campo con tutti gli interpreti. Ne è simbolo il gol del 2-2, costruito da un difensore, Toloi, e finalizzato da un altro difensore, Demiral. Il Napoli, con questa sconfitta, scivola terza alle spalle delle due milanesi. Una delle due, l’Inter, è stata protagonista del terzo scontro diretto che poi non lo è stato perché la Roma è stata inesistente, totalmente passiva e in balia dell’Inter. Il risultato finale, 3-0, è perfino generoso nei confronti dei giallo-rossi.


Guadagnano terreno anche Lazio e Juventus. I bianco-celesti recuperano Immobile e il centravanti della Nazionale dimostra di non voler perdere altro terreno: la doppietta a Marassi lo issa di nuovo al primo posto nella classifica cannonieri. In casa Sampdoria c’è da fare i conti con le vicende giudiziarie di Massimo Ferrero, arrestato ieri, e con la posizione di D’Aversa, sempre più in bilico. Al momento resta, anche perché non è stato trovato l’accordo con Dejan Stankovic, e il derby della Lanterna di venerdì rappresenta l’ultima spiaggia. Rischia di essere un ultima chiamata anche per Shevchenko: il suo Genoa entra in campo già rassegnato. Lo ha dimostrato, ancora una volta, allo Stadium dove non hai tirato verso la porta bianco-nera. La Juventus vince 2-0 e deve “ringraziare” Sirigu che limita il passivo con una grande prestazione.


Due i pareggi di giornata: quelli in Spezia-Sassuolo e Cagliari-Torino. Entrambi i risultati sono giusti e riflesso dell’andamento in campo. Al Picco s’è visto qualcosa in più, frutto di un maggior tasso tecnico e della voglia di superarsi delle due squadre. Alla Sardegna Arena è stato invece un match più nervoso, con tanti scontri a centrocampo. Il Cagliari ha legittimato il pari nella ripresa, affrontata con un piglio diverso, e lo ha fatto con l’ennesima rovesciata: stavolta è Joao Pedro, con una bicicleta alla Leônidas, a illuminare la platea cagliaritana. Il Torino ha due grosse occasioni nel finale, con Praet e Baselli, ma non basta.

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