L’impressione è enorme. Come quando impatti contro una pellicola di Kubrick. L’odore del napalm di Apocalypse Now lo avverti tra le mani, mentre scorrono le immagini dentro ai tuoi occhi. E così accade quando incroci per strada Franck – l’alieno – Ribery. Lui – FR7 – è già idolo, è già cult, è già motivo di sfotto dei salernitani verso le curve di mezzo mondo. Il fenomeno ce l’abbiamo noi e lo canteremo negli stadi, in giro per lo stivale. Intanto lui si presenta. Tolta la corazza del pluricampione internazionale, Ribery fa vedere la sua faccia da “pisciaiuolo”, mettendosi a nudo, rispondendo alle domande dei cronisti intervenuti presso la sede di Caffè Motta. Di miscele profumate ne producono tante da queste parti. E siamo già tutti nervosi e agitati. Abbiamo visto l’alieno in campo. Nervosi non per qualcosa andato storto, ovviamente. Nervosi per non essere riusciti a prendere la maglietta lanciata da Ribery alla curva Sud. Beato te che hai FR7 tra le mani. Appendila pure nella tua stanza, diventerà come la Monnalisa al Louvre.
“Sono qui non per i soldi – dice il francese – sono qui perché il calcio è la mia passione. Nella mia carriera ho vinto tanti trofei, ma l’affetto della gente è altrettanto importante. Non vedo l’ora di scendere in campo. Voglio dare il massimo per questa maglia“.
Già la maglia. Sul tavolo della conferenza stampa, qualcuno gli ha già posizionato la sua numero 7. Cosa darei per averla? Magari gliela chiedo, tra una domanda e l’altra? Ci penso. E nel frattempo gli consegno una copia del mio libro sulla storia dei colori sociali. “Grazie – mi risponde – molto bello”. Chissà se lo sfoglierà, ma solo il pensiero che quei colori e la loro lunga storia centenaria sono nelle mani giuste, porta brividi lungo la schiena.
Qualcuno scomoda Maradona. “Non sono qui per emulare un grandissimo come Diego. Sono qui per mettere a disposizione della Salernitana la mia esperienza. Con un unico obiettivo, arrivare alla salvezza”. Parole sante Franck. Dove dobbiamo firmare? E ancora sui tifosi: “Quando ho capito cosa era Salerno e la Salernitana mi sono reso conto che la scelta era quella giusta. Ne ho parlato anche con la mia famiglia e ho detto loro che ho ancora benzina dentro e tante cose da dire nel calcio. Lo voglio fare con la maglia granata addosso”.
Ribery non si sottrae alle domande dei cronisti. Risponde con garbo e con una certa padronanza dell’italiano, con tono deciso e pacato, sintomo evidente che siamo di fronte ad un monumento del calcio. Poi alla fine il solito rituale di foto e flash. Sorrisi e strette di mano. Lui non lesina sguardi. Anche quando sta per andar via e infilarsi nella sua auto, lo raggiungo di corsa e gli lancio un “in bocca al lupo” volante. E lui, si gira e sorride: “Grazie mille”. Grazie a Te Franck. Hai appena regalato un sogno ad occhi aperti a tutta la città. Per il resto, chiamate il 118 che ci siamo già ammalati.