Non ho voglia – sinceramente – di pubblicare il classico e scontato coccodrillo giornalistico. Nè sono incline alle sviolinate post mortem di personaggi di grande spessore umano e culturale. Nel momento del distacco terreno e delle lacrime – quando si perde una persona cara – è difficile, quasi impossibile recuperare i vocaboli adatti e le espressioni giuste. Ecco perchè mi censuro in partenza ed affido al vento il mio pensiero personale per l’amico e collega Pietro Nardiello. Quel messaggio sotto la sua foto che lo ritraeva a combattere contro la malattia è l’ultimo contatto che ho avuto con lui. Poi la notizia, fredda, glaciale. Buon viaggio Pietro, porta lassù il tuo sorriso buono, i tuoi amati libri, il tuo essere perbene e attento.

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