A raccontarle ad un nipotino sarebbe difficile, le giornate dei tifosi granata – di questi tempi – somigliano sempre più al copione di qualche film thriller. Complicato dunque spiegare ad un bambino alcuni aspetti, le sfaccettature, i retropensieri di una “messa in scena” ordita da manipoli di “vedove inconsolabili”, pronti a qualsiasi forma di “prostituzione intellettuale” pur di avvalorare la propria tesi, scomposta e indecente. Finanche le parole, rese in interviste, assumono significati ulteriori, grazie alla sapiente manipolazione di piccoli “bottegai” di una professione, quella giornalistica, ridotta come le strade di Beirut.

La Salernitana è già salva. Questa condizione fortunata la conoscono bene i tifosi e la gente di Salerno che non perde tempo dietro i saltimbanchi del fine settimana. La Salernitana si è salvata lo scorso 31 dicembre, a pochi minuti dai fuochi di San Silvestro, grazie ad un presidente illuminato, che ha scommesso su questa piazza. E non solo. Dopo patron Iervolino è giunto a Salerno un galantuomo d’altri tempi – di nome Walter Sabatini – uno che di calcio ne mastica da decenni, di una statura umana e professionale difficili da riscontrare nel recente passato granata. La Salernitana è salva per questo, al di là dei numeri, dei risultati, delle espulsioni e dei rigori non fischiati, e tale condizione è clamorosamente indigesta per chi spende la propria vita inseguendo i fantasmi del passato, gli stessi fantasmi che hanno provato in ogni modo ad “affondare” il sogno di questa città e maltrattarne la dignità, salvo poi essere cancellati dalla sentenza della storia.

Iervolino e Sabatini potranno anche avere in questa fase un momento di scoramento interiore per le diverse occasioni mancate dalla Salernitana nella sua rincorsa disperata alla permanenza in A, si potranno criticare le scelte del tecnico e il suo modulo tattico. Ma gettare fango addosso a chi ha salvato la città e la squadra dalla radiazione dal calcio professionistico, è davvero inaccettabile. Sarebbe bello vedere sui muri di Salerno – da qui alla fine del torneo – striscioni per il presidente, il direttore e l’allenatore di questa truppa alla disperata ricerca di un miracolo, nonostante i difetti e gli errori. Sarebbe bello. Intanto ci consola il non essere più ostaggi a casa nostra. E scusate se è poco! PS: per gli amanti della categoria: ricordo solo che per chi ama Salerno e la maglia granata, la serie A resta un semplice orpello, un dettaglio. Le vetrine e i palcoscenici importanti li lasciamo volentieri a chi non ama sporcarsi di fango sulle gradinate dell’Arechi o in improbabili trasferte in posti dimenticati pure dal Gps!

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