Di seguito le parole del tecnico della Salernitana Paulo Sousa in conferenza stampa

L’anno scorso a Genova partì la rincorsa salvezza, domani una vittoria sarebbe altrettanto determinante? Ci saranno cambi di formazione?
“Per noi tutte le partite sono importanti, dobbiamo concentrarci su tutto quello che possiamo controllare. Più avremo identità e idee chiare, più avremo la possibilità di vincere le gare. Tutti devono conoscere compiti collettivi e individuali. Che si giochi in casa o fuori voglio la stessa mentalità, non deve mai mancare la gioia di giocare. Il sistema di gioco è relativo, è la testa a fare la differenza. Voglio una Salernitana coraggiosa e propositiva”.

Due trequartisti dietro l’unica punta, è questa la strada da seguire?
“All’interno di un gruppo di lavoro la competitività è una grande risorsa. Credo che i fattori fondamentali di crescita siano intelligenza tattica, qualità dell’allenamento e, appunto, competitività interna. Il modello di gioco è un processo in continua evoluzione e ristrutturazione, abbiamo una idea di gioco che la mia squadra deve essere brava a sviluppare tenendo anche conto delle caratteristiche dell’avversario. Vedo un gruppo che ha voglia, che si è messo a disposizione, che tiene alla maglia. Ed è un’ottima base di partenza”.

Mazzocchi e Dia giocano?
“Pasquale ha una intensità coinvolgente, chi ama il calcio lo segue volentieri così come i compagni. Può giocare sia a destra, sia a sinistra. E’ un calciatore da nazionale, che crossa benissimo e che in fase offensiva può fare la differenza. Deve solo trovare la condizione fisica, ma parliamo di un giocatore importante per la Salernitana. E’ possibile che parta dall’inizio. Stesso discorso per Dia, un attaccante che ha fatto tanti gol e che finalmente ha svolto l’intera settimana di allenamento con noi. Sta capendo quali debbano essere i movimenti in campo”.

Quanto sarà difficile la gara di domani?
“Loro giocano in casa, hanno una motivazione superiore ed è uno scontro diretto a tutti gli effetti. Stankovic sta lavorando veramente bene, per tener testa a questa Sampdoria dovremo approcciarci con la stessa mentalità. Io lo chiamo spirito di sopravvivenza. E’ un avversario che gioca con grande intensità, che non molla mai. Nelle ultime sette partite non hanno mai perso con più di un gol di scarto, questo significa che restano in gara dal primo al novantacinquesimo. Spero di vedere una Salernitana in grado di fare un ulteriore salto di qualità, soprattutto dal punto di vista psicologico. Stiamo crescendo, su questo non c’è dubbio. Ma domani è un banco di prova piuttosto complicato”.

Per la Samp è l’ultima spiaggia, per voi andrebbe bene anche un pareggio?
“Per vincere le partite abbiamo bisogno di una identità chiara, gioia di giocare, determinazione e coraggio. Sono caratteristiche imprescindibili, altrimenti diventiamo automaticamente inferiori all’avversario. Sappiamo che la Sampdoria ce la metterà tutta, stanno attraversando un momento molto delicato e noi, come atteggiamento, dovremo pareggiare il loro spirito di sopravvivenza. Aggiungo che hanno organizzazione, in campo sanno quello che devono fare e lavorano molto sulla profondità. Hanno centrocampisti mobili, che dettano i tempi del passaggio e sanno allargare il gioco proponendo 4 giocatori in area per ricevere i cross e battere a rete. Dobbiamo essere bravi a fare densità vicino alla nostra porta, gestendo il possesso palla e uscendo dalla pressione con coraggio”.

Chi gioca in porta?
“Ochoa. Anche perchè Sepe non si è allenato per tutta la settimana e non sarà convocato”.

Vuole ricordare Astori 5 anni dopo la sua scomparsa?
“E’ uno di quei drammi che ci fa capire che bisogna vivere bene. Perchè il tempo è poco. Qualcuno pensa che siamo eterni, invece siamo di passaggio. Ricordo che tutti iniziarono a correre avanti e indietro quando arrivò la notizia…terribile!”

Sampdoria senza diversi calciatori, è un vantaggio?
“No, ho espresso chiaramente il mio pensiero sull’avversario. Stankovic è stato bravo a trasmettere mentalità e intensità, la Sampdoria combatte su tutti i palloni fino all’ultimo secondo. Dovremo almeno pareggiare le loro motivazioni, altrimenti facciamo fatica”.

Possibilità che giochi Piatek?
“Sin dalla prima conferenza ho detto che abbiamo un potenziale offensivo tra i più forti. E’ l’atteggiamento quello che conta, non smetterò mai di battere su questo concetto. Lancio un messaggio chiaro: conta il collettivo, non l’interesse del singolo. E vale per Piatek, per Dia, per Bonazzoli e per Botheim”.

Quanto ha lavorato sull’aspetto fisico?
“C’è stato un cambiamento nella metodologia di allenamento, ho aggiustato carichi e volume. Ho parlato spesso con il medico per capire lo storico e il pregresso di ogni singolo calciatore. Ma non ci sono sedute specifiche in cui si tratta una sola argomentazione: per me parte fisica, tecnica, tattica e mentale viaggiano sullo stesso binario e non possono essere scisse”.

Candreva è il vero leader di questa squadra?
“Do molto peso a quanto vedo in settimana. Per esperienza, per contatto diretto con i compagni, con gli arbitri, con lo stadio e con l’ambiente credo sia uno di personalità che ci può aiutare. Stesso discorso per Fazio”.

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