“Sono veramente molto felice di giocare per questa città. Il tifo è caldo, così come il clima. Siamo a novembre, eppure vado ancora al mare con alcuni dei miei compagni di squadra. Ho una casa vicino allo stadio, ti affacci e vedi un panorama bellissimo. E poi c’è la gente. Quella che ci ha sempre creduto l’anno scorso e che ha creato l’ambiente giusto per agevolarci in quell’impresa che devo quanto prima tatuare sulla mia pelle. Il pubblico è speciale, il team manager Avallone ci aveva detto che c’avrebbero aspettato domenica sera e abbiamo trovato una folla festante quasi come avessimo vinto lo scudetto. E allo stadio c’è partecipazione di tutti i tifosi, cantano in ogni settore già quando entriamo in campo per il sopralluogo o per il riscaldamento. Con le mie figlie intono il coro “Vada come vada” che mi piace particolarmente e che ci ha accompagnato in tutti gli stadi d’Italia. Anche a Roma l’anno scorso, quando segnai un bel gol e mi venne spontaneo correre sotto la nostra curva. L’Olimpico si ammutolì e si sentì il boato della nostra gente, stavo vivendo un momento particolare e chiesi a Franck di toccarmi il pallone per farmi calciare in porta. Ribery lo stimo, è un campione dentro e fuori dal campo. E’ un esempio, ho pianto tanto nel giorno del suo addio al calcio e fa strano non vedere la maglia numero 7 nello spogliatoio. Quanto a me, un giorno vorrei fare l’allenatore ma intanto sono molto concentrato sulla Salernitana. I progetti e gli obiettivi sono importante, ho ritrovato un allenatore con cui ero già stato a Genova agendo da mezz’ala e da difensore centrale. Iervolino è un vincente, essere qui è un grande piacere”. Così il centrocampista della Salernitana Ivan Radovanovic intervistato da DAZN.
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