di Vanni Vignes

Che avesse la faccia da pisciaiuolo lo si è visto subito. Ma che ci fosse anche un cuore così “granata” non tutti ci avrebbero scommesso. E invece Frank Ribéry, alias l’alieno, ha ancora una volta stupito la gente di Salerno. Lo ha fatto questo pomeriggio di inizio ottobre, quando in città molti parlano di urne, voti e candidati. Lo ha fatto da par suo, regalando lampi di bellezza stilistica, soffrendo – come solo un campione del suo livello sa fare – e tirando la carretta per 99 minuti di gioco. Lui – FR7 – c’è e si sente, nonostante le gambe siano ancora non al meglio. Ma il cuore no.

La gara col Genoa era da tutti considerata uno spartiacque: vincere con la sosta davanti avrebbe significato molto per la Salernitana e la sua maledetta voglia di restare aggrappata al sogno di salvezza. E la partita non è iniziata nel migliore dei modi, con una squadra sotto tono rispetto alle prestazioni più gagliarde e convincenti profuse contro Verona e Sassuolo (al netto dei risultati finali). Tanti errori, troppa timidezza in fase offensiva e alcune amnesie che potevano risultare fatali. Fortuna che il Genoa non ha spinto sull’acceleratore. I rossoblù sembravano una di quelle nobili decadute con la puzza sotto al naso. E la “bersagliera” – progressivamente – è cresciuta fino a far la voce grossa.

In “Via del Campo” c’è una graziosa. Lo sappiamo tutti grazie a Faber. Ma oggi in via Allende ce n’era un’altra di bella. Aveva la maglietta granata e sudata. Aveva le sembianze di chi è appena uscito dall’incubo ed ha ripreso a sognare. E’ la Salernitana la nostra graziosa. E la gente della curva lo ha ribadito con forza, sottolineando con il rituale ultras ogni singola azione, ogni accenno di ripartenza, ogni sussulto di dignità.

Il gol di Djuric ha mandato tutti al settimo cielo. Scene da Oscar, sulla stessa lunghezza d’onda dei ricordi, di quel lontano 1998 quando proprio alla settima, i granata di Delio Rossi conquistarono la prima vittoria, allora contro la Lazio. E via ai cori ed agli applausi, ve ne sono per tutti. Al 99′ però – dopo il triplice fischio del direttore di gara – è andato in scena qualcosa di meraviglioso. FR7, a torso nudo, richiama tutta la squadra che velocemente aveva imboccato il tunnel degli spogliatoi per tornare in campo a ringraziare il popolo granata. Un’imposizione autoritaria. Da leader. Da capitano. Ribéry ha fatto sentire tutti importanti con quel gesto. Un “grazie” della squadra per la propria gente, capace di un amore passionale e senza limiti, senza confini. Grazie Frank, capitano subito!

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