Di seguito le dichiarazioni del tecnico Paulo Sousa in conferenza stampa:

Partiamo dal mercato. Soddisfatto?
“Non ho molta voglia di ripetermi rispetto a quanto detto. Nella conferenza precedente dissi che l’analisi arriverà dopo quella del direttore e aspetterò la conferenza di oggi per aggiungere qualcosa di mio. Il mercato ha avuto un impatto molto importante sulla squadra. I nuovi hanno bisogno di tempo per integrarsi, qualcuno vive in albergo senza famiglia e altri non dicono mezza parola d’italiano o di lingue che posso comprendere. Quindi devo lavorare anche su questo aspetto. Occorre pazienza, da parte di tutti. Sta a me integrarli il prima possibile, per loro è una nuova sfida e il processo acquisitivo sarà diverso da calciatore in calciatore. Cabral è l’unico che conosce già la serie A ed è quello forse più adatto ad ambientarsi con facilità. Anche il sistema di gioco che attuava la sua precedente squadra può essere d’aiuto, ma io non lo vedo solo come un esterno”.

Quale sarà il modulo che adotterete?
“Già con l’Udinese, in corso d’opera, c’è stato qualche cambiamento. La lettura della partita è parte importante della strategia, durante la stagione vedrete tante cose. Sono molto concentrato sulla crescita collettiva e questa passa da un lavoro individuale. Tanti giocatori si devono stabilizzare sul piano emotivo, devono imparare un po’ la lingua italiana e devono conoscere meglio i compagni di squadra. Per rendere bene in campo sono tante le componenti che incidono. Noi vogliamo che quanto prima tutti possano essere all’altezza dei risultati che vogliamo raggiungere”.

Buon impatto di Martegani lunedì scorso, è pronto per giocare dall’inizio?
“L’ho fatto entrare quando l’Udinese calò in freschezza e perse un po’ di compattezza quanto a distanza tra i reparti. Anche per questo ha fatto la differenza ed è questo il motivo per cui ha agito a ridosso delle punte. E’ stato preso per giocare in una linea più bassa e, inquadrandolo in questo ruolo, credo abbia bisogno di tempo. Non vuol dire che non possa giocare: lo farà. Ma occorrerà tanto tempo per assimilare concetti e conoscere i tempi dell’occupazione dello spazio. Nelle due transizioni ci sono dinamiche differenti e non c’è solo la costruzione. E’ un elemento che nel suo campionato di provenienza aveva libertà soprattutto sulle corsie esterne, qui invece chiediamo altre cose. Gli argentini, però, hanno fame, aggressività e voglia di raggiungere gli obiettivi è questo è un buon punto di partenza. E’ disponibile, ha voglia di dare una mano alla squadra”.

Più minutaggio anche per Ikwemesi?
“Noi abbiamo bisogno di cose diverse rispetto a quelle che faceva in precedenza. Ha voglia di mettersi in gioco, vedo un ragazzo attento e che ci segue. A livello di caratteristiche è diverso dagli altri attaccanti in rosa, ma deve capire meglio le nostre dinamiche. Ci stiamo lavorando, è quello che ho a disposizione ed è su di lui che mi devo concentrare. Ampliare il suo minutaggio può dipendere dall’assenza di giocatori importanti, dalla mancanza di altre alternative e dalle esigenze della gara che stiamo disputando”.

Il Lecce ha ribaltato situazioni nei secondi tempi, è un aspetto che state prendendo in considerazione?
“D’Aversa sta facendo molto bene, non solo sul piano dell’organizzazione ma anche sul piano mentale. Una squadra che rimonta contro Lazio e Fiorentina, avversarie che lottano per l’Europa, ha valori importanti e anche l’anno scorso erano difficili da battere per l’aggressività che ci mettevano. Il loro inizio straordinario di campionato non è casuale. Riescono a impedire la costruzione altrui pur essendo bravi in fase di possesso, abbinare le due cose non è semplice. Faccio i complimenti al direttore sportivo Corvino, l’ho conosciuto ai tempi di Firenze e so che fa bene il suo lavoro. Ha vinto il campionato Primavera portando gente in prima squadra e questo significa incidere al massimo. Non a caso sono settimi nella classifica degli abbonati. Mi aspetto una partita veramente difficile e complessa, però tocca a noi cercare di attuare le strategie giuste per portare a casa un risultato positivo”.

L’arrivo di due esterni può spingere Sousa a puntare sul 4-2-3-1?
“A Firenze era 4-2-3-1 in fase di non possesso, a livello offensivo lo schieramento era diverso. Il modulo non è la cosa più importante. Io voglio una interazione costante tra i tre settori. Conta dinamicità e cambiare sistema in corso d’opera per avere superiorità numerica e non dare punti di riferimento all’avversario. Una evoluzione c’è già stata, ci sono calciatori che oggi giocano e costruiscono in modo totalmente differente rispetto al passato. La costruzione del gioco è fondamentale. E’ vero che sono arrivati esterni di spinta, hanno bisogno della protezione di un altro esterno o di un terzino altrimenti non siamo equilibrati. Tocca a me far capire loro che non esiste solo la fase di possesso: in Francia ci sono transizioni continue, qui si curano maggiormente le due fasi. Ribadisco quanto detto: conosco pochissimo, o nulla, i calciatori che sono arrivati”.

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